Secondo quanto riportato dal report del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), la situazione umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha subito un drastico peggioramento negli ultimi mesi, a causa dei conflitti armati e di altri casi di violenza, in particolare nelle zone dell’est del Paese.
I combattimenti tra forze e gruppi armati, in particolare l’esercito congolese e il movimento del 23 Marzo (M23), si sono intensificati nell’Ottobre 2023, causando morti e feriti tra i civili e massicci spostamenti della popolazione, riducendo notevolmente l’accesso delle persone ai servizi di base.
Secondo le Nazioni Unite si stima infatti che su una popolazione totale di 113,6 milioni, oltre 25,4 milioni di persone avranno bisogno di aiuto nel 2024.
- Aumento del numero dei feriti
Nel 2023, oltre 1.000 persone ferite da armi, tra cui quasi 200 donne e 40 bambini sotto i 15 anni, hanno ricevuto un trattamento negli ospedali del Nord Kivu sostenuti dal ICRC. Questo numero è superiore del 60% rispetto al totale dell’anno precedente e il totale dell’ultimo trimestre del 2023 è superiore del 112% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Oltre il 75% dei pazienti ricoverati nell’ospedale di Ndosho sono stati feriti da armi da fuoco. Al contempo, la percentuale di lesioni da esplosione è salita da 1,72% nel 2022 al 7,18% nel 2023.
I combattimenti nelle aree urbane stanno causando numerosi morti e gravi sofferenze tra i civili, soprattutto per via dei bombardamenti su città, villaggi e campi profughi, dove vive la maggior parte della popolazione.
L’uso di armi esplosive ad ampio impatto- grandi bombe, missili, razzi, mortai e proiettili di artiglieria- ha spesso effetti indiscriminati, poiché tali armamenti sono progettati per essere utilizzati in campi di battaglia aperti.
- Assistenza sanitaria in crisi
La violenza perpetrata sta distruggendo il sistema sanitario, proprio nel momento in cui la popolazione ne ha più bisogno.
Alcuni feriti non soccombono per le ferite riportate, ma muoiono perché non possono ottenere le cure mediche necessarie in tempo. Intere comunità non hanno più accesso a servizi vitali come l’assistenza sanitaria materna, l’assistenza all’infanzia o le campagne vaccinali. In alcuni casi, le infrastrutture sono così gravemente danneggiate che si assiste a un loro completo collasso .
Nel corso del 2024, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) ha documentato diversi episodi in cui l'accesso ai servizi sanitari è stato compromesso. Questi eventi sono caratterizzati principalmente da atti di violenza contro le strutture sanitarie, durante i quali individui armati irrompono e costringono il personale medico a trasgredire i principi etici della professione o le norme che garantiscono la protezione dei pazienti feriti o malati.
Inoltre, aumento dei combattimenti ostacola anche la distribuzione di medicinali e altre forniture mediche agli ospedali nelle zone di conflitto; non solo all’interno delle strutture che sono ancora in grado di funzionare, scarseggiano i rifornimenti, ma queste sono in difficoltà per il crescente numero di pazienti
- Vittime di violenza sessuale
La violenza sessuale nel contesto dei conflitti armati è un problema di lunga data e persistente nella RDC. Questa forma di violenza è diventata ormai di uso comune, e spesso porta, come conseguenza, al rifiuto sistematico delle vittime da parte delle loro comunità di origine.
Secondo il gruppo di coordinamento sulla violenza di genere nel Nord Kivu, i casi di violenza contro le ragazze e le donne nella provincia sono aumentati del 37% nei primi tre mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022.
Non vi sono, inoltre, un numero sufficiente di infrastrutture e risorse umane per sostenere le vittime.
Nonostante vengano offerte medicazioni gratuite- in particolare il kit post-stupro- forniti alle vittime di violenza sessuale dal Ministero della Sanità, i problemi logistici di distribuzione delle forniture necessarie alle strutture sanitarie e la mancanza di accesso sicuro sono ostacoli importanti che impediscono alle vittime di ottenere le cure necessarie.
Prevenire e porre rimedio agli abusi sessuali è una priorità fondamentale per il ICRC, che ricorda costantemente alle parti in conflitto il loro obbligo di prevenire la violenza sessuale. Quest’ultima costituisce una grave violazione del diritto umanitario internazionale, e come tale deve essere perseguita e indagata
- La difficile condizione degli sfollati
Con un totale di sette milioni di persone sfollate all’interno del Paese, nel 2023 la RDC ha avuto il più alto numero di sfollati interni mai registrato, secondo i dati delle Nazioni Unite. Almeno 5,5 milioni di persone sono sfollate nelle zone orientali del Paese, di cui 2,5 milioni nella sola provincia del Nord Kivu. Mentre le persone tendono a fuggire verso la capitale Goma o in altre grandi città, alcuni si trovano bloccati in aree remote. Solo il 20% degli sfollati arriva nei campi rifugiati dove possono ricevere aiuti dalle varie organizzazioni umanitarie, gli altri rimangono bloccati a causa di ostacoli logistici o della mancanza di accessi sicuri.
- Persone scomparse
Gran parte della popolazione civile è fuggita dalla violenza nell’est del Paese e migliaia di famiglie sono state spesso divise. In tutta la regione molte persone- in particolare bambini non accompagnati- hanno bisogno di aiuto per ritrovare e mettersi in contatto con le loro famiglie.
Negli ultimi tre anni, circa 2.400 persone all’anno hanno contattato il ICRC per assistenza nel localizzare i loro cari, e circa l’80% erano bambini.
Ci sono però numerosi problemi per riuscire a fa riconciliare le famiglie, che vanno dalla mancanza di informazioni precise sulle persone ricercate, soprattutto quando le richieste sono fatte da bambini, alla complessa geografia del Paese e alla situazione di sicurezza instabile in molte aree.
- Bambini reclutati nelle forze o gruppi armati
Si è registrato un netto aumento nel reclutamento dei bambini durante i conflitti, in particolare sono più a rischio gli adolescenti. Nella RDC, oltre 1.100 casi di questo tipo sono stati confermati dalle Nazioni Unite tra Gennaio e Settembre 2023.
Mentre molti bambini sono stati reclutati con la forza, altri si sono uniti volontariamente, come mezzo di sopravvivenza o per difendere la loro comunità.
Attraverso il suo programma di protezione dei bambini, il ICRC sostiene coloro che hanno lasciato le forze e i gruppi armati o coloro che sono a rischio reclutamento, aiutandoli ad accedere alla scuola o alla formazione.
Questo lavoro è svolto in stretta collaborazione con le famiglie e comprende un programma di sensibilizzazione sul problema del reclutamento dei minori all’interno delle comunità.
Per saperne di più, vedi:
https://www.icrc.org/en/document/democratic-republic-congo-forgotten-people-north-kivu