Mercoledì 6 luglio 2022, nel contesto della cinquantesima sessione regolare del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU (13 giugno – 8 luglio), il direttore della UN Independent Fact-Finding Mission on Libya Mohamed Auajjar ha presentato il terzo rapporto sulla situazione dei diritti umani nel paese (pubblicato il primo luglio 2022). Il principale problema che ha fino ad ora ostacolato una riconciliazione politica e sociale a livello nazionale va ricercato nel regime di impunità generale nei confronti degli abusi e delle violazioni dei diritti fondamentali nel paese. Questo ha impedito che le vittime e le loro famiglie potessero ottenere giustizia e verità.
A detta di Auajjar, “alcune delle violazioni identificate includono attacchi diretti a civili durante lo svolgimento delle ostilità; detenzione arbitraria; sparizioni forzate: violenza sessuale e di genere; tortura; violazioni delle libertà fondamentali; persecuzione e violazioni nei confronti di giornalisti, difensori dei diritti umani, società civile, minoranze e sfollati interni; e violazioni dei diritti delle donne e dei bambini.”
Presente durante la discussione anche la Rappresentante Permanente libica a Ginevra Lamia Abusedra, che ha riconosciuto sia i progressi della Missione, sia il fatto che la risoluzione delle problematiche rilevate dalla stessa sia di primaria importanza per il governo libico. Nonostante ciò, a detta della Rappresentante, la Libia è sulla giusta strada nell’ambito della protezione dei diritti umani, e questo lo si evincerebbe dalle svariate iniziative politiche e legali implementate dal governo negli ultimi mesi. Una di queste iniziative è la creazione di un’autorità permanente incaricata di coordinare la preparazione di rapporti da presentare ai meccanismi internazionali che supervisionano lo status dei diritti umani. Ha aggiunto che la Libia supporta il mandato della Missione e che il paese è disposto ad accettare un’estensione della stessa per un ultimo mandato della durata di nove mesi.
Gli altri partecipanti alla discussione sono stati meno generosi nei confronti della Libia riguardo gli sforzi compiuti dal paese in ambito diritti umani. È stato giudicato inaccettabile che molte delle violazioni riportate dalla Missione non siano state effettivamente investigate dalle autorità governative. Inoltre, tutti gli attori coinvolti nella transizione politica del paese dovrebbero adottare un approccio olistico per quanto riguarda i diritti umani, e dovrebbero anche cercare di non vanificare gli sforzi che hanno portato all’intesa di cessate il fuoco dell’ottobre 2020.
Il resto dei partecipanti ha accolto positivamente la possibile estensione della Missione, che potrebbe rivelarsi un’opportunità concreta di collaborazione efficace ed esaustiva tra la comunità internazionale e il governo libico. Ad ogni modo, condizione fondamentale per l’estensione è che la Missione rimanga attinente al suo mandato e rispetti le tempistiche.
In conclusione, le iniziative prese in carico dal governo libico devono essere supportate in maniera comprensiva dalla comunità internazionale, che deve prendersi in carico di garantire al paese capacity building e assistenza tecnica per raggiungere gli obiettivi di stabilità e democrazia che il popolo libico chiede da tempo.
Per saperne di più, segue la dichiarazione ufficiale delle Nazioni Unite: