Sanzionare la violenza sessuale legata ai conflitti attraverso il sistema dell’ONU

Il ruolo dell’ONU nel fermare le violenze sessuali Il ruolo dell’ONU nel fermare le violenze sessuali © UNMISS su flickr

Breve presentazione del rapporto dell'International Peace Institute sulle sanzioni ONU per l'uso strumentale della violenza sessuale nei conflitti.

Introduzione                                                                                      

La violenza sessuale è spesso usata come arma o tattica nei conflitti. Nel 2008, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) ha adottato la risoluzione 1820, riconoscendo la violenza sessuale legata ai conflitti (CRSV) come una minaccia alla sicurezza e alla costruzione della pace. Un anno dopo è stato nominato un Rappresentante speciale del Segretario generale sulla violenza sessuale nei conflitti (SRSG-SVC). La risoluzione 1888 delinea le sue responsabilità, che includono una leadership strategica agli sforzi delle Nazioni Unite per affrontare la violenza sessuale nei conflitti. L'ufficio dell'SRSG-SVC prepara un rapporto annuale al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale legata ai conflitti (CRSV), che aggiorna il Consiglio sugli incidenti e include un elenco di autori credibilmente sospettati di violazioni di CRSV sulla base di informazioni verificate dall’ONU.

Metodologia

I fattori presi in considerazione variano e alcuni sono molto politici, come i vincoli politici interni. Le informazioni vengono raccolte e verificate dall’ONU attraverso il Monitoring, Analysis and Reporting Arrangements (MARA). Questo sistema raccoglie informazioni anonime su casi, incidenti, tendenze e modelli di CRSV nei conflitti armati, nelle situazioni post-conflitto e in altre situazioni di preoccupazione. I dati vengono raccolti anche attraverso il Meccanismo di monitoraggio e rendicontazione (MRM). I gruppi di esperti devono affrontare diversi vincoli nella raccolta delle prove. Devono soddisfare elevati standard di prova, spesso corroborando ogni violazione con tre fonti verificate. Questo può essere difficile a causa dell'accesso limitato alle zone di conflitto, dei problemi di sicurezza e della riluttanza dei testimoni a testimoniare. Inoltre, lavorano con risorse limitate, compresi i bilanci che non coprono servizi essenziali come la traduzione.

Criteri

I criteri e le procedure per l'inserimento e la cancellazione dall'elenco sono guidati dalle risoluzioni pertinenti del Consiglio di sicurezza, in particolare 1960 (2010), 2106 (2013) e 2467 (2019). In primo luogo, deve essere riconosciuto un "modello" di violazioni, non solo episodi isolati. In secondo luogo, le violazioni includono lo stupro, la schiavitù sessuale e/o qualsiasi altra forma di violenza sessuale. In terzo luogo, per essere rimosse dalla lista, le parti devono impegnarsi in un dialogo con l’ONU per sviluppare un piano d'azione per porre fine alle violazioni. In quarto luogo, le parti devono dimostrare di aver cessato le violazioni e di aver preso provvedimenti per prevenirle in futuro, consentendo all’ONU di monitorare e verificare la conformità per almeno un ciclo di relazioni.

Situazione attuale

Esistono 14 regimi sanzionatori delle Nazioni Unite, sette dei quali fanno specifico riferimento alla violenza sessuale e di genere (SGBV), come criterio a sé stante o all'interno di criteri più ampi relativi al diritto internazionale umanitario o ai diritti umani. Tra i paesi sanzionati figurano la Libia e il Sudan del Sud. La decisione di includere la SGBV come criterio è spesso influenzata dalle priorità politiche degli Stati membri. Affrontare questo crimine è particolarmente importante in contesti in cui le autorità nazionali non affrontano prontamente la violenza sessuale o in cui vi sono alti livelli di impunità. Tuttavia, pochi vengono sanzionati nonostante l'evidenza di alti livelli di violenza sessuale. Ad aprile 2024, solo 25 persone e 2 entità sono state sanzionate specificamente per SGBV. Questa scarsità è dovuta in parte al fatto che le denunce per SGBV sono spesso incluse insieme ad altre violazioni, piuttosto che come criteri a sé stanti. Inoltre, è difficile aggiornare la narrativa delle sanzioni e l'opposizione politica, soprattutto in contesti conflittuali, ostacola ulteriormente le designazioni specifiche per SGBV.

Mancanza di volontà politica

Il principale ostacolo alla designazione di sanzioni per SGBV è la volontà politica degli stati membri. Il processo è fortemente influenzato dalla situazione politica interna piuttosto che da considerazioni umanitarie o sui diritti umani. I comitati per le sanzioni, che operano per consenso, - procedura che vede gli stati membri adottare il testo finale di una risoluzione senza procedere al voto - si basano sulle relazioni politiche e sulla visione condivisa dei loro membri. In alcuni contesti, come Haiti, le designazioni di SGBV sono il risultato di opinioni condivise tra i membri del comitato e lo stato ospitante. D’altra parte, le designazioni sono più complicate se sono situazioni in cui c’è opposizione politica o mancanza di consenso. In contesti più politicamente divisi, come il Sudan o casi in cui l’ISIS è presente, gli stati membri spesso evitano di proporre designazioni che ritengono non raggiungeranno il consenso, in particolare a causa della presunta opposizione di grandi potenze come la Russia. L'opposizione politica può anche derivare da preoccupazioni più ampie sull'impatto delle sanzioni sullo sviluppo o da un'opposizione specifica alle designazioni legate alle SGBV.

Raccomandazioni internazionali

Il rapporto formula una serie di raccomandazioni. Per gli stati membri, raccomanda che la SGBV sia inclusa come criterio esplicito in tutti i regimi di sanzioni. Inoltre, dovrebbero essere destinate maggiori risorse alle indagini e ai rapporti sulle violazioni di SGBV, organizzando ad esempio visite sul campo da parte delle commissioni per migliorare la loro comprensione e il loro processo decisionale. Questo dovrebbe creare una capacità permanente all'interno delle Nazioni Unite di impegnarsi con le parti designate per promuovere la conformità e facilitare la cancellazione dall'elenco. Per il Segretariato delle Nazioni Unite e il gruppo di esperti, si raccomanda di sviluppare una piattaforma per lo scambio regolare di informazioni e il coordinamento tra l'ufficio del SRSG-SVC e il gruppo di esperti, un processo tra i membri entranti e uscenti del gruppo per garantire continuità ed efficacia. Inoltre, si dovrebbe fornire una formazione più completa sulle questioni relative alle SGBV al gruppo di esperti per garantire che siano ben attrezzati per affrontare tali violazioni e per rafforzare le competenze del SRSG-SVC all'interno del Dipartimento per gli Affari del Consiglio di Sicurezza.

_____

Per saperne di più:

 

di Giorgia Rossini

Letto 111 volte