I passi della MONUSCO verso la pace nella RDC

Due peacekeeper della MONUSCO si prendono cura di un bambino vulnerabile nel Nord Kivu Due peacekeeper della MONUSCO si prendono cura di un bambino vulnerabile nel Nord Kivu © MONUSCO su flickr

24 agosto 2024

Questo articolo presenta brevemente la situazione nella RDC e sugli sforzi di pace della MONUSCO nel paese

Il 20 giugno 2024, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha esposto al Consiglio di Sicurezza la situazione della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e gli sforzi della Missione di stabilizzazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (MONUSCO), una missione di mantenimento della pace che monitora il processo di pace nel paese, ostacolato da scontri tra gruppi armati ribelli. Le cifre e le conclusioni menzionate nel rapporto sono da ricondurre al periodo di riferimento considerato.

 

Situazione della RDC

Il rapporto si apre con un'analisi della situazione della RDC dal punto di vista politico, della sicurezza, dei diritti umani e della situazione umanitaria, concentrandosi in particolare sulle province di Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu.

 

Sviluppi politici

 

  • Il 12 giugno è stato creato un nuovo governo e ne è stato approvato il programma;
  • Alcuni attori politici hanno espresso individualmente la loro affiliazione all'Alleanza del fiume Congo, di cui fa parte M23, un gruppo militare ribelle;
  • Le tensioni tra la RDC e il Ruanda sono ancora presenti, sebbene i rappresentanti dei due paesi siano stati coinvolti in sforzi diplomatici per migliorare le relazioni tra i due.

 

La sicurezza

 

Sono stati segnalati 334 incidenti di sicurezza e la conseguente perdita di 562 civili e il ferimento di 194 nelle province di Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu.

  • Ituri: sono stati segnalati 150 incidenti di sicurezza in cui sono stati uccisi 280 civili e sono stati segnalati 70 feriti civili. Quasi il 50% dei morti civili è derivato dal conflitto tra CODECO e Zaire; e dagli attacchi del gruppo ribelle ADF contro la popolazione;
  • Nord Kivu: sono stati segnalati 154 incidenti di sicurezza con 23 morti civili e 117 feriti civili. Ciò è dovuto principalmente alle attività di ADF e M23, che operano nella provincia nonostante gli sforzi opposti di FARDC, l'esercito nazionale della RDC, eUPDF, le forze armate ugandesi, a sostegno del primo;
  • Sud Kivu: sono stati segnalati solo 31 incidenti di sicurezza che hanno causato otto morti e sette feriti tra i civili, principalmente causati dai combattimenti tra FARDC e M23.

 

Il rispetto dei diritti umani

 

Sono state documentate 1.169 violazioni dei diritti umani, 959 delle quali si sono verificate in province colpite dal conflitto, tra cui Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu. La maggior parte delle violazioni nelle province colpite dal conflitto sono state presumibilmente perpetrate da gruppi armati, con M23 responsabile della maggior parte di esse. Lo scenario dei diritti umani è peggiorato soprattutto in Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu, a causa dell'uso regolare di armi dovuto ai conflitti in corso e degli attacchi diretti contro civili e sfollati interni.

Quasi 500 individui sono stati sommariamente giustiziati da gruppi armati, con l'ADF responsabile di quasi la metà di essi. In secondo luogo, 65 individui sono stati uccisi extragiudizialmente da agenti dello Stato, principalmente da FARDC.

La MONUSCO ha inoltre confermato 537 gravi violazioni dei diritti dei bambini contro 483 bambini, consistenti principalmente nel reclutamento e nell'uso da parte di gruppi armati, e l'Ufficio congiunto per i diritti umani delle Nazioni Unite ha verificato casi di violenza sessuale contro 130 persone, il 94% delle quali donne e il 90% delle quali si sono verificate in province colpite dal conflitto. La maggior parte dei casi di violenza sessuale in scenari correlati al conflitto sono attribuibili a gruppi armati e la parte rimanente alle forze dello stato.

 

La situazione umanitaria

 

Più di 7,3 milioni di persone sono state sfollate, con il 90% delle persone sfollate interne (IDP) in Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu. La situazione umanitaria è ulteriormente aggravata dalla proliferazione e dall'attacco di armi vicino ai campi per sfollati, dalle epidemie, dalle inondazioni che colpiscono i mezzi di sostentamento e l'accesso alle strade e dall'aumento degli incidenti di sicurezza contro gli operatori umanitari e le necessità.

 

Gli sforzi di pace della MONUSCO

La MONUSCO, durante il periodo a cui il rapporto fa riferimento, ha avanzato i suoi mandati, segnalando sui suoi social media qualsiasi aggiornamento riguardante essi al fine di migliorare la trasparenza della sua missione ed evitare disinformazione al riguardo. Per avanzare i suoi mandati, la MONUSCO ha schierato 10.530 soldati, 469 esperti militari delle Nazioni Unite, il 23% dei quali erano donne; e 2.320 civili, il 25% di cui erano donne. Inoltre, ha implementato un sistema per confermare i dati recuperati in merito alla situazione nelle province interessate della RDC.

Di seguito il resoconto sugli sviluppi dei mandati oggi più fondamentali di MONUSCO: la protezione dei civili e la riforma del settore della sicurezza. 

 

Protezione dei civili

 

MONUSCO ha continuato a implementare il mandato di protezione dei civili implementando misure quali:

  • Il sostenimento delle autorità locali e le forze di sicurezza nel potenziamento della governance locale e nell'istituzione di un efficace sistema di allerta precoce e risposta;
  • Il ricevere e il rispondere in collaborazione con le forze di sicurezza dello Stato alla maggior parte degli allarmi provenienti da Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu segnalati dal sistema di allerta della comunità precedentemente istituito da MONUSCO;
  • La conduzione di operazioni su larga scala insieme alle FARDC contro i gruppi armati ribelli, portando a una significativa riduzione delle vittime civili nelle aree in cui si svolgono le operazioni;
  • Il coinvolgimento dei rappresentanti degli sfollati interni per sostenere il carattere civile dei campi per sfollati e quindi la loro protezione ai sensi del diritto internazionale umanitario;
  • L’impegno nella distruzione dei residuati bellici esplosivi nel Nord Kivu e spiegare ai civili di Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu i rischi connessi agli ordigni esplosivi.

 

Riforma del settore della sicurezza

 

MONUSCO ha portato avanti questo mandato:

  • Incoraggiando la creazione di un'entità nazionale che controlli e diriga l'attuazione della riforma del settore della sicurezza nella RDC;
  • Sostenendo il rafforzamento del settore della giustizia per garantire il rispetto dello stato di diritto, ad esempio regolarizzando o rilasciando i detenuti in seguito a un ordine delle autorità giudiziarie competenti;
  • Fornendo supporto tecnico e finanziario alle autorità giudiziarie della RDC per eliminare la cultura dell'impunità per i crimini internazionali, portando all'incriminazione di individui per crimini contro l'umanità e assegnando alle vittime i danni, accelerando i processi per ridurre le detenzioni prolungate e irregolari;
  • Rafforzando i sistemi carcerari, fornendo supporto tecnico e logistico per combattere la radicalizzazione e la violenza estremismo.

 

Il ritiro della MONUSCO dal Sud Kivu

Dopo aver concluso le sue operazioni lì ad aprile, la MONUSCO si è ritirata dal Sud Kivu all'inizio di giugno. Solo il personale in uniforme necessario per fornire sicurezza al personale ONU o agli oggetti ONU è stato mantenuto fino alla fine di giugno. Dopo il ritiro, il team nazionale dell’ONU ha analizzato l'entità del supporto necessario alle autorità della RDC per costruire una pace duratura nella provincia. Tutto ciò corrisponde solo alla prima fase del piano di disimpegno congiunto, che prevede il ritiro graduale e sostenibile di tutte le forze ONU dalla RDC.



Raccomandazioni

Dopo aver discusso questi argomenti, il rapporto, infine:

  • Condanna ed è allarmato dai continui scontri tra gruppi armati ribelli, dalla loro presenza e dai loro attacchi, che mettono in pericolo le popolazioni civili o sono diretti contro di loro nelle province orientali della RDC di Ituri, Nord Kivu e Sud Kivu;
  • Invita tutte le parti in conflitto nella RDC a rispettare il diritto umanitario internazionale, astenendosi quindi dall'attaccare civili, siti civili e siti di sfollati, o dal renderli vulnerabili agli attacchi; e rimane impegnato a sostenere lo sforzo investigativo delle autorità congolesi su questi casi;
  • Chiede ai paesi confinanti con la RDC di rispettare la sovranità e l'integrità territoriale della RDC e di aiutarla a ristabilire la pace nelle sue province orientali, e alla comunità internazionale di sostenere gli sforzi pacifici della RDC;
  • Accoglie con favore i progressi della MONUSCO nella realizzazione del suo mandato, il suo tempestivo ritiro dal Sud Kivu;
  • Condanna qualsiasi grave cattiva condotta da parte del personale delle Nazioni Unite e ribadisce la politica di tolleranza zero per incidenti di questo tipo.

 

Per saperne di più, visita:

 

di Ottavia Soldini

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