La Commissione Economica e Sociale delle Nazioni Unite per l'Asia Occidentale (ESCWA) ha compilato un rapporto sulla guerra a Gaza e sull’impatto devastante che questa ha avuto e sta avendo sulla vita dei palestinesi.
Il rapporto analizza due aspetti cruciali della guerra: il contesto socioeconomico di Gaza prima dello scoppio del conflitto, caratterizzato da occupazione, embarghi e ricorrenti escalation militari; e le conseguenze immediate e a lungo termine della guerra con un focus sulla povertà multidimensionale.
La prima parte del documento fornisce una panoramica generale delle condizioni di Gaza prima dello scoppio dell'ultimo conflitto nell'ottobre 2023.
In termini di contesto, il rapporto sottolinea che il blocco imposto a Gaza dal 2007 è la manifestazione più grave delle politiche di lunga data di Israele nel limitare la mobilità dei palestinesi. Un altro elemento critico è rappresentato dalle ricorrenti escalation militari che hanno portato al de-sviluppo nell'enclave della striscia di Gaza e hanno spostato l'attenzione dell'aiuto in diminuzione dallo sviluppo agli sforzi umanitari. Gli effetti combinati del blocco e delle ricorrenti escalation militari hanno portato a uno sviluppo sociale ed economico depresso e creato una perpetua crisi umanitaria causata dall'uomo.
Nonostante la comunità internazionale abbia cercato di gestire le conseguenze della precedente escalation militare attraverso l'aiuto umanitario, non si è concentrata sulle cause profonde del conflitto. Questo, unito alla tendenza generale di una diminuzione dell'aiuto internazionale, ha contribuito a intrappolare i palestinesi in una spirale di dipendenza e de-sviluppo. Poiché il blocco e le altre restrizioni hanno portato al peggioramento delle condizioni di vita a Gaza nel corso degli anni, gli sforzi internazionali per alleviare l'impatto e la sofferenza che ne conseguono volti favorire la ripresa sono stati minati dalle ricorrenti escalation militari.
Analizzando, in particolare, la situazione socioeconomica del paese, l'insorgere del conflitto nell'ottobre 2023 avrebbe, prevedibilmente, portato a un aggravamento della situazione prebellica in termini di povertà che sta continuerà a colpire una parte significativa della popolazione anche per anni a venire.
Il prodotto interno lordo pro capite (calcolato in dollari statunitensi) è in progressivo calo dal 2000. "Per anni, Gaza è stata testimone di una spirale socioeconomica discendente, come illustrato dal fatto che, nel 2022, il PIL pro capite si è attestato a $1,256, in calo dai $1,972 del 2000. Questa è una delle molte indicazioni della difficile situazione in cui vivevano i gazawi prima del 7 ottobre", ha sottolineato la Segretaria esecutiva dell'ESCWA, Rola Dashti. "La comunità internazionale ha ora la responsabilità urgente di garantire un flusso di quantità sufficienti di aiuti umanitari a Gaza", ha sottolineato.
La guerra sta influenzando tutti gli aspetti della vita dei palestinesi:
- Salute: migliaia di vittime, danni significativi e distruzione di strutture mediche e infrastrutture, mancanza di elettricità e scarse forniture di acqua e medicinali hanno paralizzato il sistema sanitario a Gaza
- Forniture di acqua ed energia
- Decostruzione di infrastrutture essenziali
- Ripercussioni sul sistema educativo
- Alloggi: il 42% delle unità abitative a Gaza è inabitabile
- Libertà personale: le persone sono limitate nell'accesso ai servizi di base per salvare vite
- Risorse monetarie: la maggior parte delle famiglie fatica a permettersi le necessità, compresi cibo e acqua pulita
Dal punto di vista economico, entro il sedicesimo giorno di guerra, oltre il 96 per cento della popolazione di Gaza era diventato multi dimensionalmente povero, secondo le stime dell'ESCWA. In altre parole, quasi tutti i 2,3 milioni di palestinesi residenti nella striscia di Gaza sono da considerare poveri su più dimensioni e necessitano di beni di prima necessità per sopravvivere.
Il rapporto conclude analizzando l'impatto a lungo termine del conflitto; anche se la guerra dovesse finire oggi, se gli aiuti umanitari affluiranno completamente, le attività scolastiche riprendessero e il tasso di povertà diminuisse di oltre il 69%, ancora oltre il 49% della popolazione di Gaza vivrebbe in povertà multidimensionale. Il motivo è che molti indicatori critici del MPI nazionale non torneranno immediatamente ai livelli prebellici.
Allo stesso tempo, le statistiche mostrano che, molto probabilmente, nel momento in cui la guerra finirà, ci sarà una significativa riduzione di molti indicatori chiave del sottosviluppo, soprattutto l'iscrizione scolastica (si stima una riduzione dal 100 al 50 per cento), l'accesso a forniture d'acqua frequenti (dal 90 al 40 per cento), l'accesso ai servizi sanitari (dal 90 al 30 per cento) e la limitazione dei movimenti (dal 90 al 20 per cento).
In sintesi, la guerra attuale avrà un impatto prolungato su Gaza anche per gli anni a venire, ma un cessate il fuoco e un flusso di assistenza umanitaria continuativa e consistente produrrebbero una tangibile riduzione del livello di privazione e sottosviluppo per centinaia di migliaia di famiglie palestinesi.
Di Giulia Mascia
Leggi report originale qui:
https://reliefweb.int/report/sudan/sudan-humanitarian-update-7-december-2023-enar