Deplorando l'ultimo attacco riportato il 16 ottobre contro Ganja, seconda città più grande dell'Azerbaigian, il Segretario generale delle Nazioni Unite (ONU) António Guterres ha rilasciato una dichiarazione sulla situazione tra Armenia e Azerbaigian, condannando risolutamente "tutti gli attacchi alle aree popolate" all’interno e nelle vicinanze della zona di conflitto del Nagorno-Karabakh. Il capo dell’ONU ha ribadito che entrambe le nazioni hanno l'obbligo, in base al diritto umanitario, di “proteggere i civili e le infrastrutture civili nella conduzione delle operazioni militari”.
Gli scontri più recenti ebbero inizio il 27 settembre lungo il confine dell'autoproclamata Repubblica di Artsakh, regione abitata da una maggioranza armena ma geograficamente situata all’interno del territorio azero e riconosciuta internazionalmente come parte dell'Azerbaigian. Gli attacchi hanno risvegliato un vecchio conflitto risalente al 1988 tra Armenia e Azerbaigian sulla regione contesa del Nagorno-Karabakh nel Caucaso meridionale, provocando centinaia di vittime civili. Durante gli ultimi 30 anni, ci furono diverse violazioni da entrambe le parti dell'accordo di Biškek, firmato nel 1994. Più recentemente, grazie all’intervento della Russia e dei mediatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), un’altro accordo di cessate il fuoco fu firmato, ed infranto solo poche ore dopo.
I combattimenti tuttora in corso stanno provocando gravi danni economici e umani e rischiano di provocare una pericolosa intensificazione delle tensioni, ostacolando il processo di pace, già reso sempre più complesso a causa del coinvolgimento di parti esterne, come la Turchia. È necessario un solido accordo di sicurezza internazionale per sbloccare questo dilemma di sicurezza. Tuttavia, l'unico quadro di pace in vigore è la serie di accordi di cessate il fuoco firmati nel 1994, originariamente considerati temporanei, e purtroppo dimostratosi invani.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha fortemente incoraggiato che entrambe le parti cessino le attività belliche e riprendano senza indugio i negoziati di pace.
Per saperne di più:
https://news.un.org/en/story/2020/10/1075672
Autore: Giulia Ferrara