I problemi per i rifugiati siriani sembrano essere aumentati con il passare del tempo, da quando la Turchia, uno dei più grandi centri per i rifugiati, si sforza di proteggere e provvedere a oltre due milioni di siriani. La nazione ospitante sta incontrando grosse difficoltà nella creazione di posti di lavoro e di servizi per questi rifugiati, i quali si trovano ora in disperato bisogno di aiuto. Mentre in molti chiedono all'UE di interrompere il flusso di profughi siriani in Turchia, il dilemma principale risiede in un accordo tra la Turchia e l'Unione Europea, entrato in vigore nel marzo 2016.
Questo accordo prevede che i richiedenti asilo siriani in Grecia possano essere restituiti alla Turchia, senza una corretta valutazione delle loro richieste di protezione nei loro Paesi d’origine, in quanto la Turchia viene considerata un "paese di primo asilo" o "paese terzo sicuro".
E' importante segnalare che ai rifugiati siriani in Turchia non sono garantiti a pieno i diritti relativi al loro status. Questo ha impedito a molti di loro l’accesso all’istruzione, all'assistenza sanitaria e all'occupazione. Inoltre, in molti sono costretti ad attendere per mesi per ottenere una protezione temporanea e ciò fa sì che essi vivano nella paura costante.
La Turchia ha cercato di alterare queste informazioni dichiarando che dal 2012 sono stati spesi 10 miliardi di dollari per l’accoglienza dei rifugiati siriani, e in tempi più recenti sono stati destinati 500 milioni di dollari al mese per questi ultimi. Inoltre, sempre la Turchia sostiene di fare ampi sforzi per garantire ai rifugiati siriani la possibilità di avere accesso all'assistenza sanitaria, all'istruzione e alla richiesta di un permesso di lavoro. L'UE ha intanto cercato di alleviare questa sofferenza, promettendo più di 3 miliardi di dollari, ma finora ne sono stati distribuiti solo circa 200 milioni, rendendo difficile per i rifugiati vedere un reale cambiamento nella loro vita.
Human Rights Watch (HRW) ha sottolineato come la recente legislazione turca ha reso ancora più difficile per i rifugiati siriani la ricerca di un lavoro, mettendo le famiglie a rischio di povertà estrema e di lavoro minorile. Una valutazione fatta dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) nell’ aprile del 2016 ha statuito che il 93 per cento delle famiglie intervistate siriane viveva al di sotto della soglia di povertà.
La maggior parte dei bambini siriani non ha potuto frequentare la scuola in Turchia. Il governo turco ha promesso di iscrivere 450.000 bambini siriani entro la fine di quest'anno, ma solo 325.000 dei 756.000 bambini siriani presenti nel Paese sono attualmente iscritti a scuola.
La risposta della Turchia alla crisi dei rifugiati siriani è viziata su più fronti. Sembrerebbe che solo un cambiamento radicale delle politiche di immigrazione e di atteggiamento sia in grado di dare ai rifugiati la protezione adeguata e le opportunità a cui tanto disperatamente aspirano.
Per saperne di più, leggi:
https://www.hrw.org/News/2016/06/20/EU-Don ' t-Invia-siriani-retro-Turchia
http://www.Reuters.com/article/US-Europe-Migrants-Greece-idUSKCN0Z316Z
http://www.Brookings.edu/Blogs/future-Development/Posts/2016/06/20-Syrian-Refugees-work-permits-karasapan
http://News.trust.org/item/20160622115719-o824v