Il nuovo budget annuale per le 11 missioni di peacekeeping è stato approvato il 30 giugno dall’Assemblea generale dell’ONU. La quantità e le modalità di impiego di questi fondi sono fondamentali per plasmare l’azione delle missioni nei prossimi anni. Considerando le difficoltà che i membri contribuenti stanno affrontando a causa del COVID-19, l’assenza di tagli significativi al budget, una flessibilizzazione nelle procedure combattere la pandemia e la consegna del documento entro la scadenza - per garantire continuità fiscale alle missioni – sono da valutare positivamente.
Per ottenere questo risultato, tuttavia, sono stati necessari dei sacrifici. Il focus sulla pandemia ha significato anche un disimpegno verso il personale civile delle missioni. Per non rendere le missioni vettori di contagio, durante l’anno il peacekeeping era già stato basato su piccoli contingenti militari. L’operato civile risulta, però, fondamentale per un approccio più olistico nell’organizzazione, pianificazione ed implementazione delle missioni che possa garantire la protezione dei civili nei contesti più sensibili in cui agisce l’ONU.
La situazione risulta, quindi, da monitorare. Il supporto per un’azione più integrata attraverso lo staff civile è supportato dai membri a livello politico, ma non pienamente tradotto a livello budgetario, mettendo in dubbio il loro effettivo impegno. Considerando la possibilità di tagli significativi negli anni a venire, a causa del contraccolpo economico del virus, il mancato focus verso un’attuazione comprensiva delle missioni nel promuovere e mantenere un’adeguata protezione dei civili risulta una fonte di preoccupazione.
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https://en.mercopress.com/2020/06/24/un-freezes-2020-2021-budget-for-peacekeeping-operations
Autore: Matteo Consiglio; Editor: Margherita Curti