I tassi di vaccinazione infantile calano nelle zone di conflitto

Bambina vaccinata Bambina vaccinata © Mufid Majnun su Unsplashed

Il recente rapporto UNICEF-OMS sui tassi di vaccinazione evidenzia l'aumento dei bambini non vaccinati nelle aree colpite dai conflitti.

I conflitti hanno conseguenze di vasta portata sulle popolazioni civili, particolarmente evidenti nel loro impatto sull'infrastruttura sanitaria pubblica e sulla copertura vaccinale, in particolare per il vaccino contro difterite, tetano e pertosse (DTP). 

Infatti, come riportato dal Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dei 14,5 milioni di bambini che non hanno ricevuto neanche una dose di DTP nel 2023, più della metà proviene da contesti colpiti dai conflitti. Questi numeri sono aumentati rispetto al 2022, quando il numero stimato era di circa 13,9 milioni. Inoltre, 6,5 milioni di bambini non sono completamente protetti, non avendo completato il ciclo di vaccinazione DTP. Questo comporta che solo l'84% dei neonati sia completamente protetto, un tasso insufficiente per prevenire focolai della malattia.

La lista del 2023 dei 20 paesi con il maggior numero di bambini privi di vaccinazione include il Sudan, dove la guerra civile in corso ha portato a una diminuzione del tasso di copertura dal 75% nel 2022 al 57%. In numeri assoluti, circa 701.000 bambini sono non protetti. Gli altri paesi nella lista sono la Corea del Nord, Papua Nuova Guinea, Somalia, la Repubblica Centrafricana, Yemen, Guinea, Venezuela, Afghanistan e Angola, a supporto del parere dell'OMS secondo cui ciò è tipico in situazioni di conflitto o vulnerabilità, che spesso portano a una mancanza di accesso ai servizi sanitari. Ci sono anche preoccupazioni per la situazione in Palestina, dove il numero di bambini che ricevono vaccini è diminuito significativamente a partire da settembre 2023 rispetto a due anni prima. Mentre nel 2021, 1.000 bambini non erano stati vaccinati, il numero stimato oggi supera i 17.000.

Sebbene l'accesso alla buona salute rappresenti il terzo obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) da raggiungere entro il 2030, il rapporto 2023 fa intendere che siamo ancora lontani dal raggiungimento di questo obiettivo.

 

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di Camilla Levis

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