L’Humanitarian Needs Overview (HNO) per la Siria fornisce un’accurata analisi della situazione del paese durante il periodo tra Luglio 2019 and Marzo 2020. I dati, le informazioni e i risultati racchiusi nel documento sono basati su un’indagine indipendente effettuata dalle Nazioni Unite e dai suoi partners umanitari. Ad ogni modo, è doveroso chiarire che il Governo siriano ha espresso alcune riserve circa sia le fonti utilizzate per raccogliere i dati, sia l’affidabilità dei risultati riportati.
Secondo il rapporto, oltre 11 milioni di siriani necessitavano di assistenza umanitaria nel 2020, la metà dei quali si trovava in condizioni di assoluta fragilità. Inoltre, circa 6.1 milioni di persone erano internamente dislocate, mentre 5.6 milioni avevano abbandonato le proprie abitazioni per fuggire dal conflitto, con poca –se non nessuna- speranza di ritorno. In più, in seguito alle diffuse violazioni dei principi del Diritto Internazionale Umanitario di proporzionalità, distinzione and precauzione durante la guerra civile, molti edifici civili – quali scuole, ospedali, mercati and e sorgenti di acqua potabile - sono stati gravemente danneggiati, rimanendo in disuso per un lungo periodo. Di conseguenza, la popolazione civile difficilmente poteva accedere ai servizi essenziali di cui aveva bisogno per far fronte alla crisi economica ed alle emergenze sanitarie determinate dalle ostilità. Tale situazione è ben raffigurata dal fatto che sia stato stimato che circa il 90 per cento della popolazione viva sotto la soglia della povertà, con milioni di persone che sopravvivono esclusivamente grazie al supporto fornito dagli attori umanitari che prestano servizio nella regione.
Per quanto riguarda le condizioni dei minori, 137.000 bambini sotto i 5 anni soffrivano di malnutrizione acuta, causando spesso malattie e mortalità infantile. Inoltre, al tempo della pubblicazione dell’HNO, circa 2.45 milioni di minori non avevano alcuna possibilità di andare a scuola, essendo esposti a gravi pericoli relativi al matrimonio precoce e al lavoro minorile, compreso il fenomeno dei bambini soldato. Infatti, dal momento che numerose famiglie erano incorse in una drammatica perdita di potere d’acquisto determinato dalla svalutazione della moneta locale, molti bambini venivano sfruttati per ragioni economiche ed obbligati a prendere parte ad attività umilianti e pericolose, come prostituzione e combattimento. Inoltre, è stato valutato che circa un terzo degli studenti risultassero dislocati, soffrendo gravi menomazioni fisiche e psicologiche che ostacolano la loro formazione scolastica e crescita individuale. In aggiunta, il 23 per cento del numero complessivo delle vittime di violenza esplosiva nel 2019 sono stati ragazzi minorenni.
In linea con questo scenario sconcertante, risulta doveroso ricordare che l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e il Lavoro per i Rifugiati Palestinesi nel Medio Oriente (UNRWA) ha riportato che 438.000 rifugiati palestinesi vivevano nei campi profughi siriani. La maggior parte (il 95 per cento) di queste persone è stata sproporzionatamente colpita dalla scarsità di risorse necessarie e dalle restrizioni della libertà di movimento, affrontando condizioni di estrema povertà, disperazione e vulnerabilità. Nei campi profughi, acqua e fonti di elettricità, scuole, cliniche e fognature devono essere ricostruite o rimesse in uso. Nel frattempo, coloro che vivono in questi luoghi vanno incontro a condizioni di salute ed igiene terribili, con poche opportunità di ricevere cure mediche appropriate.
Fonti:
Autore: Gianpaolo Mascaro; Editor: Jasmina Saric