Il conflitto nella provincia di Cabo Delgado si è intensificato negli ultimi mesi, con combattimenti caratterizzati da gravi violazioni del diritto internazionale umanitario (DIU) e delle convenzioni e norme internazionali a tutela dei diritti umani dei civili, in particolare contro donne, anziani e bambini. Amnesty International è un’organizzazione non governativa internazionale che conta oltre 7 milioni di persone ed è attiva a livello globale in oltre 70 paesi. In questo rapporto mette in luce le gravi violazioni del DIU compiute da tutti gli attori parte del conflitto in Mozambico, e descrive le violenze a cui sono sistematicamente sottoposti i civili dal 2017 ad oggi.
Teatro di queste brutalità è la provincia di Cabo Delgado, situata nel nord del Mozambico, a 2.500 km dalla capitale. La mancanza di investimenti, la povertà e i danni prodotti dalle catastrofi naturali, sono culminati in una furiosa insurrezione che ha causato una profonda crisi umanitaria e la fuga di più di mezzo milione di persone. La violenza in Cabo Delgado viene categorizzata secondo il DIU come un conflitto armato non internazionale che contrappone da un lato il gruppo armato, noto come Al-Shabaab, e dall’altro le forze governative del Mozambico assistite dal Dyck Advisory Group, una compagnia militare privata (PMC). Secondo l’Armed Conflict Location and Event Data Project (ACLED), un’organizzazione non-profit che si occupa di raccolta dati, mappatura e analisi delle crisi, tra ottobre 2017 e febbraio 2020 sono stati registrati più di 1.300 civili uccisi dal conflitto, e oltre 530.000 sfollati interni, di cui, stando ai dati del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), circa 250.000 sono bambini.
Secondo quanto riportato da Amnesty International, numerosi sono gli abusi compiuti dal gruppo armato Al-Shabaab contro i civili, i quali vengono regolarmente uccisi dai combattenti attraverso abominevoli pratiche di decapitazione e squartamento. Molti sono, poi, i casi di rapimento di donne e bambini, i quali vengono generalmente impiegati come combattenti, sottoposti ad abusi sessuali e matrimoni forzati.
Come dichiarato dall’Organizzazione anche le forze governative sono spesso autori di violenze nei confronti della popolazione, malgrado il loro compito di assicurare la difesa dei cittadini e la tutela delle loro proprietà.
I civili intervistati hanno dichiarato di essere continuamente sottoposti a molestie ed estorsioni da parte della polizia, rivolte in particolare verso coloro considerati potenziali sostenitori di Al-Shabaab. Tuttavia, gli abusi più gravi commessi dalle forze dell’ordine mozambicane sono stati documentati da Amnesty International tramite video e foto che ritraggono individui appartenenti alle Mozambique Defence Armed Forces (FADM) e alla Rapid Intervention Unit (UIR) compiere atti di tortura, esecuzioni extragiudiziali, decapitazioni e maltrattamenti nei confronti dei prigionieri, generalmente appartenenti ad Al-Shabaab o sospettati di essere sostenitori del gruppo terroristico.
Numerose sono anche le violazioni compiute dal Dyck Advisory Group. Infatti, secondo quanto riportato da alcuni testimoni locali, gli aerei e gli elicotteri della compagnia militare privata dirigono spesso i propri attacchi verso obiettivi civili, quali scuole ed ospedali, e sparano indistintamente sulla folla, senza distinzione tra combattenti e civili.
L’impatto del conflitto sulla popolazione civile è stato finora devastate. Moltissimi sono gli sfollati interni, i quali migrano dall’area nord del Paese e dalla costa verso il sud e nell’entroterra. Le già precarie condizioni di vita degli sfollati interni, dovute ad esempio all’impossibilità di soddisfare i bisogni più elementari, sono aggravate dall’inabilità delle località di destinazione ad accogliere rifugiati, essendo queste ancora interessate dal conflitto, dunque difficilmente accessibili alle organizzazioni umanitarie.
Alla luce di quanto descritto, Amnesty International chiede a tutte le parti in conflitto di garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. Richiede, inoltre, che venga facilitato l’accesso nelle aree di conflitto agli operatori umanitari ed agli osservatori dei diritti umani. Infine, esorta il governo del Mozambico ad indagare sui crimini di guerra evidenziati nel rapporto qui analizzato e di provvedere a consegnare i sospetti colpevoli alla giustizia, oltre a fornire un pieno risarcimento alle vittime di questi crimini.
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Author: Francesca Mencuccini; Editor: Carla Leonetti