Il Karen Human Rights Group (KHRG) è un'organizzazione indipendente a base comunitaria che lavora per migliorare la situazione dei diritti umani in Myanmar. A tal fine, il KHRG ha recentemente pubblicato un rapporto che analizza le informazioni raccolte dai suoi ricercatori sul campo e copre il periodo tra gennaio e giugno 2020.
In primo luogo, il rapporto introduce il contesto in cui i ricercatori sono stati chiamati ad operare. Nonostante il primo caso di COVID-19 del Myanmar fosse già stato annunciato il 23 marzo 2020, le misure conseguenti all’annuncio del lockdown, come ad esempio le restrizioni di viaggio, sono state implementate solo a partire da metà aprile. A causa di queste limitazioni, i ricercatori sul campo del KHRG hanno raccolto informazioni principalmente attraverso interviste telefoniche con gli abitanti del villaggio e i leader locali, a partire dall'inizio di maggio 2020.
Il rapporto esplora le tendenze emerse grazie alle informazioni raccolte. In primo luogo, le misure di prevenzione e l'accesso alle informazioni sono state notevolmente diverse nei sette distretti, a causa delle complesse dinamiche politiche tra il governo del Myanmar e le Organizzazioni Armate Etniche (EAO) nel sud-est del Paese. A causa delle tensioni tra le due parti, il KHRG esorta le organizzazioni internazionali indipendenti a svolgere un ruolo più forte per garantire che tutti gli abitanti dei villaggi ricevano le informazioni e le risorse necessarie per proteggersi, facilitando al tempo stesso l'accesso degli operatori sanitari e delle organizzazioni non-governative.
Questo contesto instabile è stato ulteriormente esacerbato dalla crisi sanitaria da COVID-19, aumentando le tensioni locali che spingono a loro volta gli individui ad adottare strategie di sostentamento pericolose laddove non viene fornito loro ulteriore sostegno. L'accesso all'assistenza sanitaria è stato estremamente difficile in quanto in molte aree non esistono cliniche, il che costringe gli abitanti dei villaggi a viaggiare spesso, anche attraversando i confini dello Stato, per raggiungere la Thailandia, per motivi medici.
Più in dettaglio, la crisi sanitaria si è sviluppata in un periodo in cui il Tatmadaw, ovvero l'esercito del Myanmar, ha mantenuto una forte presenza nel sud-est del Myanmar e ha continuato le sue controverse attività di costruzione di strade a Mu Traw nonostante la fervente opposizione della popolazione locale, provocando ulteriori schermaglie con il Karen National Liberation Army (KNLA). La libertà di movimento dei civili è stata così limitata e i combattimenti continui hanno causato lo sfollamento interno.
Inoltre, la contaminazione da mine rimane diffusa in tutto il sud-est del Myanmar, in piena violazione dell’Accordo di cessate il fuoco nazionale. I civili sono stati particolarmente coinvolti in incidenti dovuti alle mine terrestri. Tra gennaio e giugno 2020, un civile è morto e tre sono rimasti feriti. La contaminazione da mine antiuomo continuerà a rappresentare una grave minaccia per i civili a causa della mancanza di volontà politica da parte del governo del Myanmar e dei relativi attori armati di mettere effettivamente in pratica l’Accordo.
Nel periodo in esame, il KHRG ha ricevuto quattro casi di violenza sessuale. Tra questi, tre erano contro i bambini e uno contro una donna con disabilità intellettiva, che ha portato solo a un accordo informale di insediamento con le autorità locali del villaggio. La giustizia e il risarcimento non sono accessibili a causa di questo sistema rurale, come dimostrato anche dalla mancanza di giustizia nei diversi casi di tentato stupro minorile nel febbraio 2020.
In conclusione, gli attori armati risultano essere i principali responsabili delle violazioni dei diritti umani. Le loro violazioni includono omicidi, danni alle proprietà e confische di terreni da parte delle forze di sicurezza del Myanmar, oltre al reclutamento di bambini-soldato.
Per saperne di più:
https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/20-1-f1_wb_0.pdf
Autore: Barbara Caltabiano; Editor: Margherita Curti