L’impatto invisibile della violenza esplosiva

Medico esamina un rifugiato siriano nel campo profughi di Zaatari, Jordan Medico esamina un rifugiato siriano nel campo profughi di Zaatari, Jordan © SPA

 Questo articolo è una breve presentazione del rapporto di Action on Armed Violence sugli effetti psicologici delle esplosioni di armi esplosive

Un rapporto di Action on Armed Violence (AOAV) ha documentato gli effetti psicologici a lungo termine che le armi esplosive hanno sulle persone colpite dalle esplosioni. La ricerca di AOAV, nell'esaminare le conseguenze a livello psicologico che ha la violenza esplosiva, si è concentrata sui conflitti in Ucraina e in Siria. 

Secondo quanto riportato, le persone che sono state esposte alla violenza esplosiva potrebbero soffrire di depressione a lungo termine e ciò si ripercuoterebbe, con effetti duraturi, anche sulle generazioni future, come quelle dei figli dei sopravvissuti a tale violenza. Per esempio, il 40% dei civili che vivono nelle aree coinvolte dal conflitto in Ucraina ha subito traumi a causa della violenza esplosiva, tra cui ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Sebbene vi sia stato un graduale miglioramento della situazione in Ucraina, il rapporto ha comunque rilevato che le continue esplosioni, i bombardamenti e l'utilizzo di mine e di ordigni esplosivi improvvisati (IED) indicano la necessità di una continua assistenza sanitaria per le vittime che finiscono per soffrire di problemi di natura psicologica. Questa assistenza non è stata tuttavia offerta alla popolazione a causa soprattutto della mancanza di personale specializzato in questioni di salute mentale. E gli sforzi per assistere le vittime utilizzando le strutture disponibili sono stati ostacolati spesso anche dall'assenza di risorse.

Per quanto riguarda il conflitto armato in Siria, il rapporto di AOAV mostra un elevato numero di rifugiati e sfollati interni con problemi di salute mentale. Ad esempio, un'indagine della Camera federale tedesca degli psicoterapeuti ha rivelato che circa il 50% dei rifugiati siriani che vivono in Germania ha problemi di salute mentale; ciò è stato confermato anche dall'International Medical Corps (IMC) che ha evidenziato come oltre il 50% degli sfollati interni (IDPs) e dei rifugiati nelle sue strutture presenti disturbi emotivi mentre oltre il 25% dei bambini ha problemi a livello intellettivo e di sviluppo. L'AOAV ha indicato nel suo rapporto le armi esplosive come uno dei fattori che contribuiscono ai problemi di salute psicologica in quanto il rumore delle esplosioni e l'aver assistito a tali eventi provocano un significativo stress psicologico.  La ricerca ha inoltre evidenziato che gli effetti psicologici delle armi esplosive sono più marcati nelle persone ferite dagli esplosivi, con l'80% degli intervistati che ha espresso un forte disagio psicologico. Inoltre, a questo si aggiunge che, a causa della paura, rabbia, stanchezza, sconforto,  il 66% dei feriti non è stato più in grado di svolgere le normali attività quotidiane. AOAV sottolinea anche che le poche strutture per la salute mentale esistenti prima della guerra sono state colpite dagli attacchi durante il conflitto armato. 

Nel rapporto si parla anche degli effetti indiretti che ha la violenza esplosiva sulle vittime: mentre alcune hanno identificato nel parlare con gli amici o nel fare una passeggiata dei "meccanismi di difesa"  per affrontare l'ansia e la depressione, il 16,7% -principalmente uomini-  si è rifugiato nell'alcol e nel fumo. A seguire si è evidenziato che le donne si sono principalmente rivolte alla religione, ma spesso si auto-prescrivono dei farmaci; tra gli uomini invece è stato notato un aumento del numero di suicidi. Le difficoltà per gli IDPs con problemi di salute mentale sono state ulteriormente aggravate da altri danni causati dal conflitto quali la difficoltà motoria, la cecità o altri problemi di vista e la perdita dell'udito. Queste sfide hanno agito di fatto come barriere per coloro che hanno cercato sostegno e proprio per questo AOAV afferma che per alleviare i problemi di salute mentale le condizioni di vita degli sfollati interni devono necessariamente migliorare (fornire supporto per la salute mentale a basso costo; aumentare la consapevolezza sui problemi concernenti la salute mentale; e creare dei gruppi e delle attività di sostegno per gli IDPs).

Per quanto riguarda i siriani, i problemi di salute mentale sono principalmente il risultato delle conseguenze della violenza esplosiva, dello sfollamento, delle condizioni di vita associate all'essere un rifugiato e del trauma che comportano le stesse esplosioni. Il rapporto conclude ricordando ancora una volta tutte le difficoltà che vi sono state nel fornire un'adeguata assistenza alle vittime: molti rifugiati, per esempio, sarebbero ancora in una "modalità di sopravvivenza" e quindi non sarebbero stati messi nelle condizioni di affrontare il trauma che hanno subito. In Libano, dove sono fuggiti molti rifugiati siriani, l'assistenza sanitaria è costosa e sono già pochi gli psichiatri che si occupano della popolazione libanese, anch'essa segnata dall'esperienza della guerra. Lo stigma associato alla salute mentale ha anche avuto un deciso impatto nell'assistenza alle vittime, basti pensare agli alti tassi di suicidio suicidio nei campi profughi siriani. Per AOAV, in conclusione, la violenza esplosiva dei conflitti in Siria e Ucraina provocherebbe un danno psicologico duraturo la cui longevità è innanzitutto attribuibile alla mancanza di supporto psicologico e alle condizioni di vita in cui si ritrovano a vivere le vittime.

 

Per saperne di più:

https://aoav.org.uk/2020/blast-injury-the-reverberating-health-consequences-from-the-use-of-explosive-weapons-psychological/

 

Autore: Lloyd Chigowe; Traduzione: Silvia Luminati

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