Il rapporto 2019 delle Nazioni Unite sui bambini nei conflitti armati

Bambino reclutato con in mano un’arma Bambino reclutato con in mano un’arma © ICRC

Questo articolo è una breve presentazione del rapporto del Segretario generale sui bambini e i conflitti armati

Il 9 giugno 2020, dopo la 74esima sessione, il Segretario generale delle Nazioni Unite (ONU) ha pubblicato un rapporto che presenta le conseguenze  dei conflitti armati sui bambini ed informazioni sulle violazioni commesse, al fine di stimolare al cambiamento le parti, contribuendo nel contempo a facilitare l'impegno di queste ultime, promuovendo la loro responsabilità e includendo le questioni di protezione dei bambini nei processi di pace.

Il rapporto copre il periodo compreso tra gennaio a dicembre 2019 e include un elenco completo delle violazioni e delle parti coinvolte nelle violazioni dei diritti dei bambini, in particolare il loro reclutamento e uso, l'uccisione e la mutilazione, lo stupro e altre forme di violenza sessuale, il rapimento, così come gli attacchi a scuole, ospedali e personale protetto.

L'approccio adottato dal Rappresentante Speciale del Segretario generale per i bambini e i conflitti armati, istituito con la risoluzione 1612 del Consiglio di Sicurezza del 2005, è stato pragmatico, volto ad assicurare un'ampia ed efficace protezione dei bambini. In particolare, il Rappresentante Speciale ha esortato i Governi ad adottare misure correttive per affrontare le responsabilità derivanti dall’impegno nella protezione dei bambini.

In primo luogo, il rapporto evidenzia i principali risultati riscontrati dall'ONU nel periodo preso in esame.

L'ONU ha verificato oltre 25.000 gravi violazioni contro i bambini, di cui più della metà commesse da attori non statali, mentre le forze governative e internazionali sono state additate come responsabili della percentuale rimanente.

I dati specifici riguardano circa 7.747 bambini, alcuni dei quali di soli 6 anni, che sono stati, secondo l'ONU, reclutati e utilizzati. Anche in questo caso, il 90% di queste azioni è stata perpetrata da attori non statali. Le Nazioni Unite e i suoi partner hanno attuato piani d'azione per verificare le violazioni e rilasciare i bambini. Notevoli diminuzioni nel reclutamento e nell'uso di bambini si sono verificate in Colombia e in Iraq.

La più alta violazione accertata rimane l'uccisione e la mutilazione, con un totale di 10.173 bambini, di cui il 40% vittima di omicidio ed il 60% di mutilazione. A quanto si legge nel rapporto, quello in Afghanistan è ancora il conflitto più mortale per i bambini, con un aumento del 67% dei suicidi e degli attacchi complessi che colpiscono i bambini. Per quanto riguarda il conflitto dello Stato di Rakhine in Myanmar, si è registrato un triplice aumento delle vittime infantili.

L'ONU ha anche segnalato 442 attacchi a scuole e 433 attacchi a ospedali, che hanno  colpito anche persone protette. In totale, 503 di questi attacchi sono stati commessi da attori statali. I numeri più alti sono stati registrati nella Repubblica Araba di Siria, nei territori palestinesi occupati, in Afghanistan e in Somalia. Inoltre, le scuole continuano a essere utilizzate per scopi militari a Gaza e in Israele, erodendo i diritti all'istruzione dei bambini.

L’ONU ha riportato circa 4.400 incidenti che hanno impedito l’accesso umanitario ai bambini, imputabili ad attori non statali. Questi incidenti includono violenza contro operatori e beni umanitari, con uccisioni, aggressioni, detenzioni arbitrarie e uso militare di strutture umanitarie.

Gli stupri e altre forme di violenza sessuale sono solo 735, ma purtroppo molti incidenti non sono stati denunciati.

Infine, sono stati verificati i rapimenti di 1.638 bambini, di cui oltre il 95% perpetrato da attori non statali, soprattutto in Somalia.

Nonostante nel 2019 un totale di 13.200 bambini sia stato separato da attori non statali e forze armate in tutto il mondo, il reinserimento di questi bambini deve essere sostenibile e deve comprendere, tra l'altro, la tutela della salute mentale ed il sostegno psicosociale. Inoltre, poiché la pace rimane il mezzo più potente per ridurre le violazioni contro i bambini, i governi e gli attori non statali dovrebbero continuare a impegnarsi nel processo di pace.

In conclusione, viene delineata una serie di raccomandazioni per affrontare le suddette violazioni. In primo luogo, il Segretario generale accoglie con favore il maggiore impegno dei governi e degli attori non statali nella protezione dei bambini, ma riporta all’attenzione di questi lo sviluppo e l’attuazione dei piani d'azione delle Nazioni Unite per la protezione dei bambini nei conflitti armati. In secondo luogo, il Segretario generale invita gli Stati membri a rispettare i diritti dei bambini, anche attraverso l'accesso al Protocollo opzionale alla Convenzione dei Diritti del Bambino sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati; inoltre, chiede l'adozione e l'attuazione di una legislazione che criminalizzi le gravi violazioni contro i bambini; il Segretario generale invita tutti gli Stati membri interessati a trattare i bambini presumibilmente associati alle forze armate o ai gruppi come vittime; infine, incoraggia tutti i partiti a provvedere un accesso umanitario sicuro, tempestivo e senza ostacoli mirato a garantire l'assistenza ai bambini.

 

Per saperne di più: 

https://reliefweb.int/report/world/children-and-armed-conflict-report-secretary-general-a74845-s2020525

 

Autore: Barbara Caltabiano; Editor: Gianmarco Italia

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