Come sottolinea il report redatto dal Segretario Generale dell’ONU (UNSG – sigla inglese) il 17 giugno, in Afghanistan «la situazione della sicurezza è rimasta volatile e imprevedibile», nonostante la stipula dell’Accordo di Pace tra gli USA e i Talebani – avvenuta lo scorso 29 Febbraio. Tale Accordo stabilisce la riduzione del contingente militare americano fino a raggiungere il suo ritiro entro 14 mesi e il rispetto di un cessate il fuoco permanente da parte dei Talebani congiuntamente al loro impegno a combattere la branca locale dello “Stato Islamico”, lo Stato Islamico nella Provincia dello Khorasan (IS-K).
Tuttavia, dal 2 marzo i Talebani hanno annunciato la ripresa delle loro operazioni militari che, sommandosi agli incessanti attacchi provenienti da altre fazioni antigovernative, hanno destabilizzato ulteriormente il precario e fragile equilibrio a cui era giunto il Paese. Nello specifico, un rapporto elaborato dalla Missione delle Nazioni Unite per l’Assistenza in Afghanistan (UNAMA), durante i mesi compresi tra Febbraio e Maggio, ha registrato 5.543 incidenti legati alla sicurezza, verificatisi soprattutto nella regione meridionale e nelle aree settentrionali e orientali. Nel periodo preso in esame, inoltre, si sono verificati 18 attacchi attribuibili ad IS-K: tre hanno colpito la capitale Kabul. Il primo è avvenuto il 6 marzo, durante la cerimonia commemorativa di un importante leader afghano, e ha causato la morte di 32 civili; il secondo si è verificato il 25 marzo contro un tempio sikh, mietendo molte vittime (25 morti, tanti altri feriti e 200 ostaggi); il terzo attacco, del 12 maggio, ha registrato 19 morti e più di 60 feriti.
Il conflitto afghano, quindi, continua ad essere «uno dei più mortali del mondo». Il monitoraggio dell’UNAMA, infatti, dipinge un quadro umanitario tragico: dal 1° gennaio al 31 marzo 2020, sono state 1.293 le vittime civili, di cui 533 morti e 760 feriti. Sebbene un’elevata percentuale del numero di vittime – circa il 55% - sia imputabile ai gruppi antigovernativi (Talebani e IS-K), anche le forze del governo di Kabul sono responsabili e accusabili di avere provocato il 32% delle vittime totali.
La guerra, però, non è la sola ragione che sta lacerando l’Afghanistan. Disastri naturali, alto tasso di povertà, insicurezza alimentare e COVID-19 hanno portato altra sofferenza e hanno aggravato una situazione già insostenibile. Dalla fine di febbraio, più di 12.000 persone sono rimaste senza una casa; tra aprile e maggio circa 13, 4 milioni di persone vivevano in una condizione di emergenza umanitaria da scarsità di cibo; al 21 maggio 8.676 afghani erano risultati positivi al COVID-19 e 193 erano morti. La pandemia, oltre a mietere vittime, si sta ripercuotendo sulle donne e sulle ragazze che, essendo costrette a stare in case, sono sempre più vittime di violenze domestiche e potrebbero vedersi ridurre quelle libertà che si sono conquistate duramente.
Alla luce di una simile situazione umanitaria, il Segretario Generale dell’ONU si è detto seriamente preoccupato per il futuro del Paese; pertanto, ha chiesto alla Comunità Internazionale un continuo impegno per sostenere un Piano di risposta umanitaria efficace e ha ricordato che «il ruolo costruttivo dei Paesi della regione è vitale per assicurare la stabilità e lo sviluppo economico in Afghanistan e nel più ampio vicinato». Considerando, poi, la diffusione del COVID-19, ha ribadito l’urgenza del raggiungimento e del conseguente rispetto di un cessate il fuoco, in modo da permettere agli operatori umanitari di intervenire e svolgere con prontezza il proprio lavoro. Solo così, probabilmente, l’Afghanistan potrebbe tornare a respirare e a sperare in quella pace che adesso non esiste.
Per saperne di più:
https://www.agi.it/estero/news/2020-05-17/afghanistan-accordo-ghani-abdullah-stop-a-faida-8643149/
https://formiche.net/2020/02/afghanistan-usa-talebani/
http://asianews.it/notizie-it/Kabul,-attacco-a-un-tempio-sikh:-11-morti-e-200-ostaggi-49649.html
https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/kabul-sono-venuti-per-uccidere-le-madri/
Autore: Antonella Palmiotti