Durante il briefing per la stampa della settimana precedente al Palazzo delle Nazioni a Ginevra, Boris Cheshirkov, portavoce dell'Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), ha esortato alla collaborazione internazionale per fermare l'ondata di violenza nella regione del Sahel, affrontando la questione sempre più preoccupante degli sfollati interni nella regione. L'anno scorso ha visto la situazione umanitaria nell’area deteriorarsi significativamente. "Lo sfollamento interno è decuplicato dal 2013, passando da 217.000 a 2,1 milioni di persone alla fine del 2021" ha dichiarato Cheshirkov, con circa 800 attacchi mortali riportati e 500.000 sfollati a seguito dell’aggravarsi senza precedenti del conflitto armato.
L'insicurezza rimane la principale causa di preoccupazione, ma la crisi deve essere combattuta su più fronti. L'impennata della violenza di genere e sui bambini mette le due categorie in una posizione di estrema vulnerabilità. Inoltre, la regione del Sahel soffre di un aumento delle temperature 1,5 volte più veloce della media globale, rendendo il cambiamento climatico un altro fattore contribuente all'instabilità della zona. L'anno scorso, in Sahel centrale, l'UNHCR non ha ricevuto più di un terzo dei finanziamenti necessari, e nel 2022 l'agenzia avrà bisogno di 307 milioni di dollari per affrontare adeguatamente la crisi.
"L'UNHCR sta guidando gli sforzi congiunti delle agenzie delle Nazioni Unite e delle ONG per fornire rifugi di emergenza, organizzare i siti di sfollamento e garantire l’accesso ai servizi di protezione vitali" ha dichiarato il portavoce dell'UNHCR, sottolineando la necessità della piena cooperazione internazionale per affrontare la crisi in corso in Burkina Faso, Niger e Mali.
Per saperne di più:
https://news.un.org/en/story/2022/01/1109772
Author:Arianna Previtera; Editor:Jasmina Saric