Il 27 ottobre 2020, l'Ufficio del Procuratore della Bosnia-Erzegovina ha rilasciato una dichiarazione rivelando la detenzione di due persone accusate di aver partecipato all’uccisione di almeno 78 civili nel giugno 1992. L'attacco fu perpetrato con armi automatiche nel villaggio nord-occidentale di Velagici, all'esterno dell'edificio delle scuole elementari. I corpi furono abbandonati in una fossa comune e riesumati solo nel 1996. La maggior parte delle vittime vennero identificate come musulmane. È stato in seguito dimostrato che le uccisioni di Velagici costituiscono un crimine contro l'umanità, di cui i due sospettati sono stati accusati ai sensi dell'articolo 172 del codice penale della Bosnia ed Erzegovina.
A settembre, le autorità bosniache hanno arrestato anche sette ex ufficiali militari e soldati sospettati di essere direttamente coinvolti nell'uccisione di 44 civili bosniaci nella zona di Sokolac nel settembre 1992. La più giovane delle vittime aveva 14 anni. A Novoseoci, le macerie di una moschea demolita sono state gettate sui corpi dei civili uccisi. Secondo la procura, tutti i resti delle vittime, tranne una, sono stati riesumati dal sito. Alcuni dei corpi presentavano fino a 178 ferite da proiettile. Tra i sospettati c'è anche Radislav Krstić, condannato nel 2004 dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY) con l'accusa di favoreggiamento del genocidio e crimini contro l'umanità. Attualmente sta scontando una pena detentiva di 35 anni.
I due eventi descritti fanno parte dei numerosi crimini commessi a danno dei civili durante il conflitto del 1992-95, quando i serbi di Bosnia si ribellarono all'indipendenza del Paese dall'ex Jugoslavia. Secondo il Libro Bosniaco dei Morti, quasi 100.000 persone morirono a causa del conflitto. Circa la metà di loro erano civili.
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https://www.reuters.com/article/us-bosnia-dead-idUSBRE91E0J220130215