1. Sudan
Fino ad ora il Sudan ha registrato 8,889 casi COVID-19 tra cui 487 decessi e 2.966 ricoveri. Dall’ultimo aggiornamento, sono proseguiti i combattimenti tra due fazioni dell’esercito sudanese nel Darfur centrale, così come le violente incursioni nelle strutture sanitarie gestite da Medici Senza Frontiere. I ripetuti attacchi al personale medico a Khartoum hanno addirittura portato alla sospensione temporanea dei servizi dell’ospedale della città. Secondo la Sudan Doctors Committee, si sono verificato almeno due dozzine di attacchi contro le strutture e il personale sanitario tra aprile e maggio e il Primo ministro, per porre fine a questo problema, ha annunciato la creazione di una task force della polizia per proteggere gli ospedali e un progetto di legge che prevede la tutela del personale medico. Il 23 giugno, il Coordinatore delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari, ha lanciato un piano di supporto all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni per sostenere le tue attività di assistenza salvavita e programmi a favore dell'approvvigionamento idrico e delle strutture sanitarie in Sudan.
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2. Ucraina
Nonostante gli attori coinvolti nel conflitto ucraino abbiano riconosciuto l’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco, hanno continuato a combattere. Perciò, agli inizi di giugno 2020, l’Agenzie delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ha richiamato le parti ad aderire al cessate il fuoco globale e a porre fine al conflitto che ormai dura da sei anni. Le famiglie in Ucraina sono in lockdown da marzo e le restrizioni ai movimenti stanno rendendo ancora più difficile la vita di coloro che vivono nelle zone colpite dal conflitto. A maggio si sono contati 10 bambini tra le vittime del conflitto, mentre altri sei sono stati feriti da un bombardamento mentre erano in casa. Inoltre, l'UNICEF esprime preoccupazione per la chiusura delle scuole a causa della pandemia in quanto ha lasciato molti bambini senza alcuna possibilità di continuare il programma scolastico per via della mancanza del materiale necessario e della limitata connessione internet. A questo si aggiunge che oltre 750 strutture scolastiche sono state danneggiate o distrutte dai bombardamenti dall’inizio della guerra nel 2014. Il rapporto del 23 giugno della missione di monitoraggio dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha registrato violazioni del cessate il fuoco nella regione del Donetsk e un’escalation di violenza a Luhansk.
Per saperne di più:
https://www.hrw.org/news/2020/06/23/open-letter-un-secretary-general-children-and-armed-conflict
https://reliefweb.int/report/world/what-s-happened-un-secretary-general-s-covid-19-ceasefire-call