SPECIALE COVID-19: Giordania, Ucraina

Un bambino rifugiato siriano si lava le mani nel campo di Za'atari in Giordania Un bambino rifugiato siriano si lava le mani nel campo di Za'atari in Giordania © Oxfam International

In Focus by Silvia Luminati

1. Giordania

Attualmente la Giordania ospita 656 000 rifugiati registrati, principalmente siriani, che sono stati sottoposti a coprifuoco per prevenire la diffusione dell'epidemia COVID-19. Nonostante ad oggi non si sia registrato nessun caso COVID-19 nelle comunità di rifugiati in Giordania, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) manifesta i suoi timori per la situazione nei due campi di Za'atari e Azraq che ospitano rispettivamente circa 80.000 e 40.000 rifugiati. Mohammad Tahir, responsabile delle relazioni esterne dell'UNHCR, ha dichiarato: "I servizi sanitari e il livello di igiene non sono ottimali [...] Inoltre, una grande parte della popolazione è costituita da bambini ed è difficile far comprendere loro la necessità dell'isolamento e il lavaggio insistente delle mani". Per questo motivo, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'Infanzia continua a garantire i servizi essenziali come la fornitura di acqua, la sanificazione degli ambienti e l'assistenza sanitaria nei campi e negli insediamenti informali per proteggere i bambini.

Per saperne di più:

https://www.unhcr.org/news/stories/2020/4/5e84a3584/syrian-refugees-adapt-life-under-coronavirus-lockdown-jordan-camps.html 

https://www.unicef.org/jordan/stories/protecting-most-vulnerable-children-impact-coronavirus-agenda-action 

https://reliefweb.int/report/jordan/wfp-jordan-general-food-assistance-refugees-covid19-monitoring-report-1-15-april-2020 

https://merip.org/2020/04/refugees-at-risk-in-jordans-response-to-covid-19/ 

 

2. Ucraina

Nonostante l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco immediato, continuano gli scontri e le esplosioni nelle regioni del Donetsk e Luhansk, come riportato dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Da canto suo, la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (HRMU) esprime preoccupazione non solo perché il mese di marzo è stato quello con il maggior numero di vittime civili da settembre 2019, ma anche per l'impatto dell'epidemia su quei 3.4 milioni di persone -per lo più residenti nella "zona grigia" che divide le aree controllate dal governo da quelle dei separatisti-  che necessitavano di assistenza umanitaria anche prima del virus. A loro volta, diverse organizzazioni umanitarie e ONG locali hanno chiesto un cessate il fuoco immediato per proteggere i più vulnerabili che vivono nella zona orientale del Paese.

Per saperne di più:

https://www.thenewhumanitarian.org/feature/2020/04/20/coronavirus-ukraine-war 

http://www.un.org.ua/en/information-centre/news/4883-who-envoy-to-ukraine-scale-up-testing-distance-adjust-to-new-normal 

https://reliefweb.int/report/ukraine/osce-special-monitoring-mission-ukraine-smm-daily-report-982020-issued-25-april-2020 

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