1. Turchia
L'11 marzo la Turchia ha annunciato il suo primo caso di coronavirus, mentre l'11 aprile sono stati confermati 47.029 casi COVID-19. Siccome il virus si sta diffondendo, le organizzazioni umanitarie temono che i bisogni delle comunità di rifugiati non saranno soddisfatti. Secondo il Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli (ECRE), la Turchia ospita 3.6 milioni di rifugiati siriani che vivono in campi sovraffollati e in insediamenti informali con scarsa igiene e accesso limitato ai servizi sanitari. Queste condizioni di vita minacciano gravemente la salute e il benessere delle comunità di rifugiati. Inoltre, anche prima della crisi COVID-19, i rifugiati avevano necessità di assistenza sanitaria a causa degli effetti del conflitto, come le lesioni fisiche, malattie croniche e problemi psico-sociali.
Per saperne di più:
https://reliefweb.int/report/turkey/coronavirus-pandemic-impacts-turkey-s-approach-displaced-syrians
https://voxeu.org/article/precarious-lives-syrian-refugees-turkey-corona-times
https://www.lowyinstitute.org/the-interpreter/covid-19-refugees-risk
2. Camerun
Il 3 aprile, il Segretario generale Antonio Guterres ha affermato che le Forze di Difesa del Camerun meridionale hanno appoggiato il suo appello per il cessate il fuoco al fine di concentrarsi sulla lotta contro la diffusione del coronavirus. Tuttavia, dopo anni di conflitto, le strutture sanitarie sono gravemente danneggiate nelle regioni del nord-ovest e sud-ovest e, secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF), solo il 34% delle strutture sanitarie nelle regioni anglofone sono operative. Inoltre, l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) ha stimato che attualmente vi sono 679,393 sfollati interni (IDPs) nelle regioni settentrionali e meridionali e altri 297,380 IDPs nel Far North che hanno un disperato bisogno di assistenza sanitaria. L'11 aprile, le autorità del Camerun hanno confermato 848 casi COVID-19.
Per saperne di più:
https://www.hrw.org/news/2020/04/10/cameroon-allow-aid-access-amid-pandemic
3. Thailandia
Il 3 aprile, il Fronte rivoluzionario nazionale (BRN), rispondendo all'appello del Segretario generale, ha rilasciato una dichiarazione che annuncia una tregua per facilitare la risposta umanitaria al "principale nemico della razza umana". I ribelli musulmani thailandesi hanno acconsentito a un cessate il fuoco temporaneo per la prima volta dall'inizio del conflitto scoppiato 17 anni fa. La loro volontà è quella di creare un "ambiente confortevole e pacifico per la popolazione della regione di Patani per le gli operatori sanitari e altre organizzazioni incaricate di prevenire e contenere lo scoppio del coronavirus". La Thailandia ora ha oltre 2.000 casi di coronavirus e tra questi, 100 sono nel sud della Thailandia, dove ha sede il gruppo BRN.
Per saperne di più:
https://asiatimes.com/2020/04/covid-19-gives-peace-a-chance-in-south-thailand/