1. Afghanistan
L’Ufficio della Missione di Assistenza dell’ONU in Afghanistan invita le parti a mostrare unità per rispondere alla pandemia e a continuare i colloqui di pace intra-afghani. Dopo decenni di guerra, il sistema sanitario dell'Afghanistan è sottosviluppato e i pochi ospedali disponibili sono in grado di fornire principalmente cure mediche di base. L'epidemia di COVID-19 è una minaccia per l’Afghanistan perché potrebbe avere "effetti mortali" sui milioni di persone che soffrono di malnutrizione, che vivono in condizioni di povertà o in campi di sfollamento sovraffollati. Ad esempio, 9,4 milioni di persone, più della metà dei quali sono bambini, hanno un accesso limitato all'acqua, all’igiene e ai servizi igienico-sanitari. Il 4 aprile 2020, le autorità nazionali hanno confermato un totale di 300 casi di coronavirus, ma gli operatori sanitari temono che il numero effettivo possa essere più elevato poiché i controlli lungo il confine con l'Iran, uno dei paesi più colpiti dal virus, sono limitati.
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2. Nigeria
Secondo l'UNHCR, 1,8 milioni di persone sono sfollate interne in Nigeria. Edward Kallon, il coordinatore umanitario dell’ONU in Nigeria, ha dichiarato: "non aspetteremo che il COVID-19 raggiunga i campi per gli sfollati prima di agire [...] Hanno già sofferto abbastanza per il conflitto decennale". L’ONU sta lavorando per ridurre la diffusione dell’epidemia nelle aree più vulnerabili come i campi di sfollamento nel nord-est della Nigeria, dove le persone vivono "in spazi congestionati". I campi non hanno ancora segnalato alcun caso di COVID-19, ma le agenzie umanitarie stanno già installando delle stazioni per il lavaggio delle mani, distribuendo saponi e garantendo la fornitura di acqua pulita e servizi sanitari.
Per saperne di più:
https://news.un.org/en/story/2020/04/1060812
https://www.hrw.org/news/2020/03/30/covid-19-poses-extreme-threat-people-shackled-nigeria
https://www.undp.org/content/dam/rba/docs/COVID-19-CO-Response/UNDP-NE-COVID19-Briefing.pdf
3. Palestina
Il Coordinatore speciale dell’ONU per il processo di pace in Medio Oriente descrive la cooperazione israelo-palestinese per mitigare la diffusione del virus come "eccellente, incoraggiante e costruttiva". Dalla dichiarazione si evince che Israele ha permesso agli operatori sanitari di entrare ed uscire da Gaza e dalla Cisgiordania. Tuttavia, le condizioni rimangono disastrose poiché le strutture sanitarie di Gaza necessitano urgentemente di attrezzature mediche, kit igienici, ventilatori e altre forniture. Al 5 aprile 2020, sono stati confermati 226 casi COVID-19 e Jamie McGoldrick, che presiede la task force COVID-19 dell’ONU per i territori occupati, ha affermato che la pandemia potrebbe essere un "punto di non ritorno" per Gaza, riferendosi al suo sistema sanitario collassato.
Per saperne di più::
https://news.un.org/en/story/2020/03/1060572
4. Darfur
Le missioni di peacekeeping dell’ONU si adattano alle sfide poste dal nuovo coronavirus. I peacekeepers stanno fornendo un "supporto multiforme" per prevenire la diffusione della pandemia in molti paesi in cui i campi sono stati mantenuti a causa degli spostamenti prolungati. Nel Darfur, la missione congiunta Unione Africana-ONU (UNAMID) ha già distribuito forniture e attrezzature. Ha inoltre lanciato una campagna di sensibilizzazione nei campi degli sfollati nel nord e nel centro del Darfur sul virus e sulle misure preventive. Inoltre, il CICR sta lavorando per consentire alle comunità del Darfur occidentale l'accesso all'acqua, visto che il sistema di approvvigionamento idrico è sotto pressione a causa dell'elevato numero di sfollati (oltre 180.000 secondo l’ONU).
Per saperne di più:
https://news.un.org/en/story/2020/04/1061092
https://reliefweb.int/report/burkina-faso/covid-19-icrc-response-coronavirus-africa