Nagorno-Karabakh, una tregua ancora lontana

La regione del Nagorno-Karabakh La regione del Nagorno-Karabakh © Viacheslav Lopatin/Shutterstock

11 Ottobre 2020 

Dopo poche ore dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, Armenia e Azerbaijan riprendono i combattimenti in Nagorno-Karabakh

Il 10 ottobre i Ministri degli esteri di Armenia e Azerbaijan si sono incontrati a Mosca e – attraverso la mediazione russa - hanno stabilito l’entrata in vigore di un cessate il fuoco per scopi umanitari, per favorire lo scambio di prigionieri di guerra e avere la possibilità di seppellire i propri morti.

Tuttavia, la fragile tregua non ha retto e, meno di 24 ore dopo, le due parti si sono accusate a vicenda di aver violato il cessate il fuoco: il governo di Baku ha incriminato l’Armenia per un bombardamento notturno sulla città di Ganja; Erevan – da parte sua – ha respinto le accuse e ha incolpato l’Azerbaijan di aver bombardato Stepanakert, la capitale del Nagorno Karabakh. Secondo quanto riferisce il Ministro degli esteri azero, il bombardamento armeno, prendendo di mira un condominio, ha provocato la morte di nove civili innocenti, a cui si aggiungono 33 feriti, bambini compresi. L’Azerbaijan, invece, sostiene che l’esercito nemico fosse attivo all’interno dello Stato conteso e bombardasse un territorio azero. 

Si tratta, quindi, di una guerra che, oltre a combattersi con droni, sensori e armi a lungo raggio sul campo di battaglia, viene portata avanti anche attraverso l’arma delle parole; di un conflitto che affonda le sue radici nella rivalità etnica e nel desiderio armeno di riconoscimento. Invero, il Nagorno-Karabakh, anche se formalmente riconosciuto dalla comunità internazionale come parte dell’Azerbaijan, è abitato in maggioranza dal popolo armeno, che rivendica la sua autonomia da Baku e ambisce a costituirsi come Stato indipendente appellandosi al principio di autodeterminazione dei popoli. Un desiderio, questo, che ha trascinato il Nagorno-Karabakh in una guerra atroce, la più violenta degli ultimi decenni nella regione e che mieterà molte vittime.

Per porre fine alle violenze, è necessario che i due principali attori esterni – Turchia e Russia – rinuncino a combattere la loro guerra per procura tesa all’accrescimento della loro influenza e convincano le parti a sedersi al tavolo delle trattative per negoziare una soluzione pacifica e soprattutto duratura.

 

Per saperne di più:

https://www.aljazeera.com/news/2020/10/11/seven-dead-by-overnight-armenian-shelling-baku-says-live

https://www.aljazeera.com/features/2020/10/11/nagorno-karabakh-conflict-ushering-in-new-age-of-warfare

https://www.reuters.com/article/us-armenia-azerbaijan-pashinyan-idUSKBN26S0OS?taid=5f7d77e37a8d1200013b7d79&utm_campaign=trueAnthem:+Trending+Content&utm_medium=trueAnthem&utm_source=twitter

https://it.euronews.com/2020/10/10/a-mosca-armenia-e-azerbaigian-stringono-un-cessate-il-fuoco

 

Autore: Antonella Palmiotti

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