Le antiche tensioni tra Armenia e Azerbaijan sulla regione contesa del Nagorno-Karabakh sono giunte ad un nuovo punto di rottura il 27 settembre, quando le forze armate azere hanno lanciato diversi attacchi aerei e di artiglieria nella regione, giustificandoli come una controffensiva in risposta ad un attacco delle forze armene.
Secondo i dati ufficiali, 80 civili sono stati feriti e 16 sono rimasti uccisi dal 27 settembre. L’impiego di armi esplosive pesanti nelle aree popolate da parte di entrambi gli stati ha anche distrutto o danneggiato centinaia di abitazioni e infrastrutture civili – come scuole, ospedali, strade e reti elettriche.
Il diritto internazionale umanitario proibisce di attaccare la popolazione civile e obiettivi civili durante un conflitto. Tuttavia, anche l’impiego di armi esplosive pesanti contro obiettivi militari può risultare in una violazione del diritto internazionale umanitario in quanto, a causa dei loro effetti ad ampio raggio, queste armi sono state pensate per essere impiegate solo in un campo di battaglia. Dunque, se queste armi vengono utilizzate in aree popolate, il rischio di colpire la popolazione civile aumenta considerevolmente. La rete di ONG “INEW” ha sottolineato il bisogno urgente di individuare nuovi standard internazionali contro l’uso di armi esplosive pesanti nelle aree popolate.
Per saperne di più:
https://www.bbc.com/news/world-europe-54407436
https://www.crisisgroup.org/content/nagorno-karabakh-conflict-visual-explainer
Autore: Margherita Curti; Editor: Matteo Consiglio
