Sono diversi anni che un conflitto etnico in Congo, costringe la popolazione della provincia di Ituri e del vicino Kivu settentrionale, a vivere nella violenza e nella paura. Le comunità Lendu e Hema hanno una faida di lunga data dal 1999, la quale ha portato a migliaia di morti fino al 2003, a seguito dell'intervento delle forze di pace europee.
Le due province dell'est della Repubblica Democratica del Congo sono attraversate da diversi gruppi armati, molti dei quali sono l'eredità di due guerre regionali, che alla fine degli anni Novanta hanno causato oltre 5 milioni di vittime. Nel 2017, con la nascita di CODECO (la Cooperativa per lo Sviluppo del Congo) c’è stata una recrudescenza delle ostilità. CODECO è una setta politica e religiosa, che rivendica il predominio dell'etnia Lendu.
Intorno alle 5,30 dell'8 marzo, nel villaggio di Kilo, nella provincia di Ituri, CODECO ha attaccato l’edificio di una chiesa, dove circa 1.000 sfollati si erano rifugiati dopo essere fuggiti da un altro massacro nel vicino villaggio di Matongo. “Hanno iniziato a sparare con le armi e ci siamo rintanati in casa. Sono entrati in uno degli appartamenti dove dormivano gli sfollati… dopo che se ne sono andati abbiamo trovato 12 corpi”, ha dichiarato un funzionario della chiesa cattolica. Poi ha riportato l'omicidio di altre quattro persone e il ferimento a morte di altre due.
Le due province della Repubblica Democratica del Congo sono aree profondamente travagliate, poste sotto "stato d'assedio" dallo scorso maggio. Inoltre, il 16 febbraio CODECO aveva arrestato otto persone, tra le quali un generale, che erano state inviate dal presidente Felix Tshisekedi, per cercare di negoziare un accordo di pace. Secondo il Danish Refugee Council, gli attacchi di CODECO hanno già causato centinaia di morti e portato più di 1,5 milioni di persone a fuggire dalle proprie case, mentre metà della popolazione della regione sta già affrontando una forte crisi di insicurezza alimentare.
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Autore: Francesca Geuna