Rapporto sulla protezione dei civili nell’attuale campagna di Mosul

Delle famiglie fuggono da Al-Thaqafa, nei pressi di Mosul Delle famiglie fuggono da Al-Thaqafa, nei pressi di Mosul © Ivan Pickett

Il rapporto pubblicato da Civilians in Conflict presenta le minacce subite dai civili a Mosul e fornisce suggerimenti alle forze militari coinvolte.

Come riportato dalla Missione di Assistenza in Iraq delle Nazioni Unite (UNAMI), tra l’Ottobre del 2016 e il Febbraio del 2017 ci sono stati 2,184 civili uccisi e 3,309 feriti in Iraq anche se i dati sono incompleti per la mancanza di informazioni sulle vittime nelle aree di conflitto.  Più di 217,000 persone sono state costrette ad abbandonare Mosul per via degli scontri.

Combattere in una città come Mosul richiedi sforzi notevoli per quanto riguarda la protezione dei civili. La parte est della città è stata riconquistata dalle forze di sicurezza Irachene il 18 Gennaio 2017 e la parte ovest verrà a breve coinvolta in operazioni dello stesso tipo in previsione di una sua riconquista. La maggiore preoccupazione riguarda proprio il futuro della città, saranno in grado il governo Iracheno, diviso al suo interno, e le sue forze di sicurezza di governare questa zona e proteggere la sua popolazione da eventuali vendette dei gruppi armati dell’ISIS? In seguito alla riconquista della città combattenti dell’ISIS hanno compiuto infatti la propria vendetta attaccando civili e collaboratori di ONG con droni armati. Per questo motivo il 15 Gennaio le Nazioni Unite hanno deciso di interrompere gli aiuti umanitari a Mosul a causa della mancanza di condizioni di sicurezza.

I membri dell’ISIS usano diversi strumenti per colpire, non solo militari Iracheni e Peshmerga ma anche civili, tra cui autobomba, esplosivi, veicoli aerei e tiratori scelti.

Le condizioni di vita nella città di Mosul sono pessime vista la mancanza di cibo e medicine in quantità sufficienti, le organizzazioni umanitarie prevedono che circa 250,000 persone saranno costrette ad abbandonare le proprie case in conseguenza dell’aumento degli scontri, che dureranno prevedibilmente settimane o mesi. A Febbraio 2017, circa 217,000 persone hanno abbandonato Mosul, ma alcuni di questi hanno deciso di ritornare nonostante la loro vita sia resa difficile dalla mancanza di infrastrutture adeguate, come acquedotti e centrali elettriche che sono stati distrutti. Esiste inoltre un alto rischio di infiltrazione di membri dell’ISIS e di ripresa di scontri tra le forze Irachene e quello dello Stato Islamico.

“Dobbiamo sconfiggere Daesh, ma anche proteggere la popolazioni civile o la nostra missione fallirà”, dice il comandante della nona divisione.

Attualmente, a causa della mancanza di un team sulla Civilian Casualty Mitigation, che sia in grado di lavorare sulla prevenzione delle vittime tra i civili, non si dispone di informazioni precise sulle conseguenze delle operazioni e degli scontri sulla popolazione civile. L’esercito Iracheno ha al proprio interno un dipartimento di affari civili e un organo di Civilians Military (CIVMIL), i quali sono incaricati di relazionarsi con i civili dopo le operazioni militari e prendere parti agli incontri governativi e in seno alle Nazioni Unite che si tengono regolarmente su questioni umanitarie. Queste sezioni non sono però in grado di lavorare efficacemente a causa di gravi carenze di staff.

 A Gennaio 2017 l’organizzazione Airways ha riportato la morte e i ferimenti di 2,400 persone in seguito alle operazioni aeree condotte dalla coalizione internazionale in Siria ed Iraq, mentre i portavoce americani hanno dichiarato la morte involontaria di “soli” 199 civili. Queste ultime informazioni sono state raccolte attraverso interviste con piloti e personale coinvolto nelle operazioni, la revisione dei video dei veicoli aerei, informazioni elaborate da enti governativi, non governativi ed alleati.

Conseguentemente gli Stati Uniti e la coalizione internazionale anti ISIS dovrebbero:

Ø  Riaffermare gli standard internazionali in materia di uso della forza e protezione dei civili

Ø  Mettere in atto strategie volte a ridurre i danni provocati alla popolazione civile

Ø  Evitare l’utilizzo di operazioni aeree in aree densamente popolate e ricercare strategie alternative

Ø  Sviluppare delle linee guida per l’istituzione di forme di risarcimento ai civili danneggiati dalle operazioni militari

Dal momento che i civili sono diventati un obiettivo frequente per i gruppi ISIS il governo Iracheno dovrebbe adottare alcune misure volte a tutelare maggiormente i propri cittadini, quali la presenza di pattuglie, forze militari e polizia nelle zone più vulnerabili. Inoltre sarebbe raccomandabile passare da una strategia offensiva ad una di stabilizzazione soprattutto in determinate aree, quali la parte ad Ovest di Mosul, dove la sconfitta dell’ISIS potrebbe significare attentati suicida e attacchi in segno di vendetta. Questa tipologia di approccio è fondamentale non solo per garantire la sicurezza della collettività ma anche per garantire la costruzione di un legame di fiducia tra governo e cittadini.

I controlli di sicurezza sui civili hanno recentemente sollevato molte questioni in seguito alla denuncia di incarcerazioni arbitrarie e sparizioni, soprattutto in seguito alla presenza di gruppi che eseguono questo tipo di operazioni senza averne ricevuto l’ordine od essere stati formati in questo senso. I civili hanno descritto la procedura standard di questi controlli: gli uomini e i ragazzi con età superiore ai 15 anni vengono separati da donne e bambini e condotti in tende separate dove i militari controllano, attraverso liste formali e informali, i nomi degli individui. Il problema principale riguarda i criteri di compilazione di queste liste. Le Nazioni Unite hanno inviato agli ufficiali Iracheni e Curdi delle linee guida su questo tema, ma non è semplice constatare quanto ampiamente esse siano state adottate.

La protezione dei civili è l’unico modo di cui dispone il governo centrale per rafforzare il legame di fiducia con i propri cittadini e ridurre conseguentemente il sostegno popolare alle forze dell’ISIS.

Lo stato Islamico ha danneggiato in vario modo il paese. La popolazione ha perso quasi tutto, case e veicolo sono stati danneggiati sia durante i bombardamenti aerei che durante gli scontri di terra. La ricostruzione richiederà molto tempo e sforzo, inclusa la pianificazione per offrire ai civili i servizi essenziali e anche assistenza psicologica a tutte le vittime dell’ISIS. Sarà ancora più difficile riconciliare le diverse comunità e stabilizzare molti territori.

La legge governativa del 2009 che prevedeva il pagamento di un rimborso alle vittime di conflitti è stata sospesa dall’inizio del conflitto, ma lo stato deve impegnarsi nella ricostruzione delle infrastrutture e delle industrie e incoraggiare qualsiasi tendenza in questo senso.  

Il governo Iracheno dovrà:

Ø  Reintrodurre la legge del 2009 sul risarcimento delle vittime di guerra

Ø  Ricostruire le aree danneggiate dal conflitto

Ø  Ricercare leader che siano in grado di guidare un Iraq multietnico

La coalizione anti ISIS dovrà invece:

Ø  Finanziare le richieste umanitarie delle Nazioni Unite per l’Iraq e sostenere il governo Iracheno negli sforzi per la ricostruzione, in particolare di tribunali e scuole, e nell’approccio comunitario in materia di governance, economia e sviluppo.

 

Per maggiori informazioni, leggi:

http://civiliansinconflict.org/resources/pub/mosul-policy-brief

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