L’aumento dei conflitti internazionali ha portato a movimenti sempre più importanti di rifugiati in cerca di sicurezza. Fino ad oggi ci sono circa 60 milioni di rifugiati e sfollati interni nel mondo. La maggior parte dei rifugiati proviene dalla Siria, Afghanistan e Somalia.
La mancanza di una reazione coerente a livello internazionale ha messo a dura prova gli stati in prima linea riguardo agli aspetti economici, sociali, di diritti umani, e sfide politiche e di sicurezza nazionale, portando a chiedersi quali potrebbero essere le implicazioni per le generazioni future, che già risentono degli effetti della crisi economica globale. La mancanza di una risposta alle sfide della crisi dei rifugiati rischia di aumentare il flusso migratorio dai paesi devastati dalla guerra.
Mentre la maggior parte delle popolazioni sfollate hanno cercato rifugio nei paesi confinanti, con il più grande campo profughi a Dadaab in Kenya, l’allarme è più aggravato dagli effetti che ha avuto in Europa. I paesi in via di sviluppo hanno per anni sostenuto l’afflusso dei rifugiati senza l’attenzione internazionale che sta ricevendo l’Europa.
Inoltre, la crisi ha evidenziato la fragilità della risposta europea, mettendo in discussione la sua esistenza come un’unione politica, considerata prima un’entità pacifica di successo.
Per alleviare il peso sugli stati individuali, uno sforzo concertato e coordinato per massimizzare le risorse è necessario se i valori umanitari e di diritti umani, spesso visti come le fondamenta dell’Unione Europea devono essere sorrette, senza causare disordine e panico nell’Unione.
I fattori che influiscono sul successo della gestione della crisi secondo l’ICG, include la gestione di politica interna, sicurezza, capacità di assorbimento, gli obblighi legali e relazioni internazionali. Quindi chiede alle istituzioni internazionali di svolgere un ruolo maggiore nel rispondere alla crisi mondiale dei rifugiati prendendo le seguenti misure:
- Il finanziamento immediato della risposta umanitaria
- Il pieno rispetto dei diritti dei profughi, incluso l’elaborazione rapida delle domande d’asilo per facilitare la reunificazione familiare
- Cercare soluzioni di sviluppo a lungo termine, oltre al transito e reinsediamento
- Dedicarsi alla creazione di posti di lavoro come mezzo di integrazione locale.
In questo modo, si può sperare di trasformare la speranza in realtà.
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