1. Kenya
Dall’ultimo aggiornamento, ci sono stati altri episodi di violenza contro le strutture e gli operatori sanitari. Nella parte orientale del Paese, i militanti jihadisti di Al-Shabaab continuano infatti a portare avanti una campagna contro i cristiani non-locali e recentemente hanno attaccato una vettura che trasportava medicinali vicino il confine con la Somalia, uccidendo l’autista e il suo assistente. Nella città di Ijara (contea di Garissa), invece, un’ambulanza è stata distrutta con un ordigno esplosivo improvvisato installato da membri di un gruppo armato non ancora identificato, probabilmente Al-Shabaab. Nel frattempo, l’Operazione di Supporto alla Pace delle Nazioni Unite sta riadattando il suo mandato per combattere la pandemia in Kenya, un Paese dove meno del 20% della popolazione ha un’assicurazione sanitaria. La prolungata violenza ha distrutto il sistema sanitario lasciando molti ospedali senza ventilatori, letti di terapia intensiva e personale qualificato e per sopperire a queste mancanze, il governo ha annunciato un fondo speciale da destinare ad ogni contea affinché le strutture sanitarie aumentino la loro capacità di ospedalizzazione. Al momento sono stati confermati più di 3 200 casi COVID-19.
Per saperne di più:
https://reliefweb.int/report/world/covid-19-should-help-rethinking-peace-support-africa
2. Mozambico
A Cabo Delgado, i continui attacchi armati stanno ostacolando l’accesso del personale umanitario e le loro operazioni di assistenza nell’area. Il 28 maggio, dei jihadisti dello Stato Islamico hanno dato fuoco ad un centro sanitario nella provincia di Cabo Delgado durante un attacco in un centro urbano, mentre il giorno successivo sono stati distrutti gli uffici del World Food Programme. I jihadisti hanno anche preso d'assalto il Macomia Health Centre uccidendo 17 civili e costringendo Medicins San Frontieres ad allontanare il suo personale e a sospendere le attività nella regione di Macomia. Myrta Kaulard, Coordinatrice Umanitaria per il Mozambico, ha lanciato un appello alla comunità internazionale per intensificare gli sforzi a sostegno dei mozambicani, in particolare per supportare coloro che sono stati costretti alla fuga dalle violenze dei gruppi armati e quelli più colpiti dalla pandemia. Così si sono stanziati 35.5 milioni di dollari con il Rapid Plan for Cabo Delgado per rispondere ai bisogni delle decine di migliaia di persone senza un adeguato accesso all’acqua, al cibo e ai servizi igienici.
Per saperne di più:
https://www.acaps.org/country/mozambique/crisis/complex-crisis-in-mozambique