SPECIALE COVID-19: Libia, Siria

Dei bambini siriani e una donna anziana indossano le mascherine chirurgiche, Idlib Dei bambini siriani e una donna anziana indossano le mascherine chirurgiche, Idlib © Muhammed Said/Anadolu Agency via Getty Images

In Focus by Silvia Luminati

1. Libia

Dall'ultimo aggiornamento, gli scontri sono continuati e nelle ultime settimane si è assistito ad un'escalation di violenza che ha ostacolato la consegna di aiuti umanitari alle comunità più vulnerabili e gli sforzi della Libia nel contenimento della pandemia. Infatti, Human Rights Watch ha documentato che dall'inizio di marzo ci sono stati almeno 15 attacchi contro otto strutture ospedaliere che hanno ferito 17 operatori sanitari e nel frattempo il virus si è continuato a diffondere in più parti del Paese fino a contare 64 casi. Il 29 aprile, un portavoce dell'Esercito nazionale libico guidato dal generale Haftar ha annunciato la proposta di una tregua per il Ramadan ma il governo di Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale ha rifiutato l'offerta di Haftar dichiarando “che continueremo la nostra legittima difesa”.

Per saperne di più:

https://www.iom.int/news/conflict-and-covid-19-pandemic-present-significant-threat-life-libya

https://www.theguardian.com/world/2020/apr/29/eastern-libyan-forces-have-agreed-a-ceasefire-during-ramadan

https://www.hrw.org/news/2020/05/07/despite-covid-19-libya-war-rages-civilians-risk

 

2. Siria

Il commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha definito la situazione in corso in Siria "una bomba a orologeria che non deve essere ignorata" visto che la pandemia non ha fermato la violenza nel Paese.  Infatti, dall'inizio di marzo, i quartieri residenziali sono stati oggetto di attacchi e il numero di civili uccisi dagli ordigni esplosivi improvvisati sta aumentando di mese in mese. L'Inviato Speciale per la Siria ha dunque rinnovato la richiesta di un cessate il fuoco "completo e immediato" esortando sia il governo sia le autorità di fatto a permettere un pieno accesso degli aiuti umanitari per aiutare le comunità più vulnerabili. Nonostante fino ad ora siano stati confermati pochi casi COVID-19, l'Inviato Speciale avverte del pericolo di un'ampia diffusione del virus dal momento che alla Siria mancano operatori sanitari, attrezzature e forniture mediche.

To learn more:

https://news.un.org/en/story/2020/05/1063562

https://news.un.org/en/story/2020/04/1062862

https://reliefweb.int/report/syrian-arab-republic/special-envoy-calls-nationwide-ceasefire-syria-stressing-importance

 

Letto 617 volte