Il rappresentante del Sudan ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di sospendere le sanzioni imposte a Khartoum per il conflitto in Darfur. La richiesta è giunta dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto del Comitato speciale istituito con la risoluzione 1591 nel 2005. Il rappresentante dell’Estonia, a capo del Comitato, si è congratulato con il Sudan per aver raggiunto lo storico accordo di pace del 31 agosto e ha sottolineato che le parti rimaste fuori dall’accordo dovrebbero firmarlo quanto prima.
Ciononostante, il rapporto del Comitato, che copre il periodo dal 9 giugno al 14 settembre, mostra come, indipendentemente dall’accordo di pace, la situazione in Darfur sia ancora instabile e stia deteriorando in alcune aree. Ad esempio, il gruppo Sudan Liberation Army-Abdul Wahid (SLA-AW) ha reclutato nuovi combattenti e acquistato armi grazie ai nuovi introiti delle miniere d’oro. Come sottolinea il rapporto, gli scontri tra comunità e gli attacchi contro i civili – specialmente contro gli sfollati interni – sono aumentati dal mese di maggio.
Il rappresentante del Sudan ha dichiarato che, alla luce del progresso degli ultimi mesi e degli sforzi del Sudan per raggiungere una pace duratura, il Consiglio di Sicurezza dovrebbe ritirare le sanzioni contro Khartoum, che sono ormai “irrilevanti, controproducenti, datate e superate dai recenti sviluppi”. Tuttavia, alla luce dell’aumento di violenze e attacchi contro civili, nonché della violazione dell’embargo sulle armi da parte di alcuni gruppi - segnalato dal Panel di esperti - è improbabile che le sanzioni vengano ritirate per il momento. Come ha spiegato il capo del Comitato, le sanzioni non sono state imposte per punire il Sudan ma per incoraggiare una pace duratura.
Per saperne di più:
https://www.un.org/press/en/2020/sc14304.doc.htm
https://www.un.org/securitycouncil/sanctions/1591#work%20and%20mandate
Author: Margherita Curti; Editor: Matteo Consiglio