Questi nuovi arrivi sono in realtà solo una parte dei 45,000 rifugiati della Repubblica Democratica del Congo (RDC) congolesi che hanno fatto ingresso in Uganda nel mese di maggio a seguito di un’escalation di violenza scatenata dai gruppi armati nella provincia di Ituri nella RDC. Tuttavia, molti altri sono rimasti al confine in quanto le frontiere rimangono chiuse per limitare la diffusione del nuovo coronavirus. Il nuovo gruppo, composto per il 65% da minori, comprende anche 33 donne in stato di gravidanza.
Il portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) Charlie Yaxley ha raccontato le strazianti storie dei rifugiati congolesi e gli attacchi armati che hanno subito nei loro villaggi: ‘Molti di loro ci hanno raccontato di essere stati separati dalle loro famiglie e di aver avuto poco tempo per preparare i bagagli o per cercare gli altri componenti familiari prima di fuggire. Pochi hanno avuto la possibilità di prendere i loro oggetti personali e la maggior parte è fuggita a piedi scalzi solo con gli abiti che indossava”
Il nuovo gruppo di rifugiati è stato portato al Zeu Farm Institute, un vecchio centro per agricoltori nel distretto di Zombo in Uganda. L’UNHCR ha provveduto ad installare dei serbatoi d’acqua, delle aree per effettuare i controlli sanitari, i servizi igienici e gli impianti per il lavaggio delle mani. Il governo ugandese ha poi condotto dei test per il COVID-19 sui rifugiati a cui sono stati somministrati anche la vitamina A e i vaccini contro il colera, la malaria, la rosolia e il polio. E’ stato poi deciso un periodo di isolamento di 14 giorni prima che vengano trasportati presso i campi profughi. L’UNHCR ha accolto con favore la decisione delle autorità ugandesi di aprire i confini del Paese ai rifugiati e di fornire loro protezione e assistenza sanitaria durante l’emergenza COVID-19.
L’Uganda ha registrato finora circa 1000 casi COVID-19 e l’UNHCR sta supportando gli sforzi del governo per contenere la pandemia costruendo stazioni per il lavaggio delle mani e inviando dispositivi di protezione. Il governo da canto suo sta incrementando il numero dei centri per l’isolamento. In questo contesto però i rifugiati devono affrontare molte difficoltà legate alla diminuzione delle razioni alimentari. L’agenzia delle Nazioni Unite ha richiesto 28 milioni di dollari per assicurare ai rifugiati i beni primari e si è appellata alla solidarietà internazionale per sostenere gli sforzi dell’Uganda nei confronti del Global Compact on Refugees e per aiutarla a mantenere una politica progressiva sui rifugiati durante questa emergenza sanitaria.
Per saperne di più
https://africa.cgtn.com/2020/07/08/over-3000-congolese-refugees-arrive-in-uganda-in-three-days/
https://reliefweb.int/report/uganda/over-3000-congolese-refugees-arrive-uganda-three-days
https://www.newsbreak.com/news/0PXB2Mph/over-3000-congolese-refugees-arrive-in-uganda-three-days
Autore: Saumya Bhardwaj; Traduzione: Silvia Luminati