Nella regione del Corno d’Africa e dell’Africa orientale e centrale (HECA) migliaia di rifugiati e richiedenti asilo sono bloccati dopo che i Paesi hanno chiuso i loro confini per frenare la diffusione del COVID-19. Gli Stati della regione HECA ospitano milioni di rifugiati e hanno una lunga storia di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo.
Alcuni Paesi come il Burundi, l’Etiopia, il Rwanda e la Somalia hanno bloccato i loro confini a marzo 2020 per arginare la diffusione del virus, mentre il Kenya ha chiuso il suo confine con la Somalia e la Tanzania il 16 maggio ed ora i richiedenti asilo che attraversano la frontiera vengono imprigionati e poi riportati indietro.
Una coalizione di organizzazioni non governative internazionali (ONG), nazionali e locali presenti nella regione HECA hanno chiesto alle autorità di mettere in atto delle misure per proteggere la salute e la sicurezza pubblica nel rispetto del diritto umanitario.
Vista la presenza di conflitti in corso nella Repubblica Democratica del Congo, nel Sud Sudan e in Somalia, le ONG affermano che gli Stati dovrebbero riaprire i confini. Infatti le frontiere chiuse, che impediscono ai richiedenti asilo di fare ingresso in uno Stato, violano la Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 sul principio di non-refoulement che vieta agli Stati di respingere i richiedenti asilo verso un Paese nel quale sarebbero esposti al rischio di persecuzione o a pericoli.
In una dichiarazione rilasciata il 22 giugno, Deprose Muchena, direttore dell’Ufficio di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale, afferma che “i governi dovrebbero considerare di introdurre nelle zone di confine delle misure di controllo come gli screening medici, i test, le strutture per la quarantena preventiva -e limitata nel tempo- per permettere ai richiedenti asilo di attraversare le frontiere”.
Al confine tra la DRC e l’Uganda vi sono circa 10,000 sfollati che da maggio attendono di entrare in Uganda che nel frattempo ha provveduto ad attrezzarsi per garantire loro un ingresso sicuro e ad organizzare il periodo di quarantena e il loro insediamento. Dal 16 giugno le autorità ugandesi hanno aperto i loro confini agli sfollati. Il coordinatore del Global Refugee-Led Network-Africa Chapter, Robert Hakiza, ha dichiarato: “accogliamo con favore la decisione dell’Uganda di aprire le sue frontiere ad un gruppo di sfollati provenienti dalla DRC e invitiamo il governo e i suoi partners ad assicurarsi che il loro periodo di quarantena venga svolto in condizioni dignitose e a mettere in atto misure per accogliere i richiedenti la protezione internazionale anche presso altre zone di confine”.
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Autore: Abbiba Ivy Princewill; Traduzione: Silvia Luminati