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Confini chiusi per i rifugiati in Africa orientale a causa del COVID-19

Rifugiati sud sudanesi in arrivo in Uganda  Rifugiati sud sudanesi in arrivo in Uganda Julius Ocungi/Daily Monitor

30 giugno 2020

Le ONG avvertono che i confini chiusi nella regione del Corno d’Africa e dell’Africa orientale e centrale costringono i rifugiati a tornare indietro

Nella regione del Corno d’Africa e dell’Africa orientale e centrale (HECA) migliaia di rifugiati e richiedenti asilo sono bloccati dopo che i Paesi hanno chiuso i loro confini per frenare la diffusione del COVID-19. Gli Stati della regione HECA ospitano milioni di rifugiati e hanno una lunga storia di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo. 

Alcuni Paesi come il Burundi, l’Etiopia, il Rwanda e la Somalia hanno bloccato i loro confini a marzo 2020 per arginare la diffusione del virus, mentre il Kenya ha chiuso il suo confine con la Somalia e la Tanzania il 16 maggio ed ora i richiedenti asilo che attraversano la frontiera vengono imprigionati e poi riportati indietro. 

Una coalizione di organizzazioni non governative internazionali (ONG), nazionali e locali presenti nella regione HECA hanno chiesto alle autorità di mettere in atto delle misure per proteggere la salute e la sicurezza pubblica nel rispetto del diritto umanitario. 

Vista la presenza di conflitti in corso nella Repubblica Democratica del Congo, nel Sud Sudan e in Somalia, le ONG affermano che gli Stati dovrebbero riaprire i confini. Infatti le frontiere chiuse, che impediscono ai richiedenti asilo di fare ingresso in uno Stato, violano la Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 sul principio di non-refoulement che vieta agli Stati di respingere i richiedenti asilo verso un Paese nel quale sarebbero esposti al rischio di persecuzione o a pericoli. 

In una dichiarazione rilasciata il 22 giugno, Deprose Muchena, direttore dell’Ufficio di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale, afferma che “i governi dovrebbero considerare di introdurre nelle zone di confine delle misure di controllo come gli screening medici, i test, le strutture per la quarantena preventiva -e limitata nel tempo- per permettere ai richiedenti asilo di attraversare le frontiere”.

Al confine tra la DRC e l’Uganda vi sono circa 10,000 sfollati che da maggio attendono di entrare in Uganda che nel frattempo ha provveduto ad attrezzarsi per garantire loro un ingresso sicuro e ad  organizzare il periodo di quarantena e il loro insediamento. Dal 16 giugno le autorità ugandesi hanno aperto i loro confini agli sfollati. Il coordinatore del Global Refugee-Led Network-Africa Chapter, Robert Hakiza, ha dichiarato: “accogliamo con favore la decisione dell’Uganda di aprire le sue frontiere ad un gruppo di sfollati provenienti dalla DRC e invitiamo il governo e i suoi partners ad assicurarsi che il loro periodo di quarantena venga svolto in condizioni dignitose e a mettere in atto misure per accogliere i richiedenti la protezione internazionale anche presso altre zone di confine”.



Per saperne di più: 

https://www.theeastafrican.co.ke/news/ea/East-Africa-states-asked-to-take-refugees-despite-Covid19/4552908-5583700-aak02d/index.html

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2020/06/east-africa-people-seeking-safety-are-trapped-at-borders-due-to-covid-19-measures/

 

Autore: Abbiba Ivy Princewill; Traduzione: Silvia Luminati

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